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Visualizzazione dei post da aprile, 2021

Il parco

Questa mattina sono andata a camminare nel parco, prima di lavarmi, prima di fare ogni cosa. Il parco è qui vicino, in altri termini, ti alzi, ti togli il pigiama, infili i vestiti e sei fuori, subito lì. Subito lì.
  Lo faccio quasi sempre – a meno che non ci siano inghippi. Subito lì.
  Adesso vi domanderete che cosa significa lì. E anche io. Io vado subito lì.
 Fuori.
 C’è l’aria dell’aperto – molto diversa dell’aria del chiuso.
 Lì, è dove sono all’aperto.
 E che vuol dire essere all’aperto?
 Ora ve lo dico. Essere all’aperto è essere dove la natura continua a scorrere – sto dicendo, fuori delle strutture e dei comportamenti della cultura e della civiltà. Che, per carità sono importanti e pieni di merito, ma… – sì, sarebbe come – scusate se esagero – come ritornare alla fonte. Lì, dove zampilla la vita. Quella lì è la natura. Ed è bello poterla ritrovare ovunque. Mica ho tempo, la mattina, di volare fino al Machu Pichu!
 La cosa bella è che la natura non la puoi canc

Capitolo due

La strada è una metafora potente: attiva in me il desiderio di andare alla scoperta del mondo, e delle dimensioni di vita che ancora non conosco ma mi appartengono nel profondo.

Dove?

Noi ci parlavamo, ancora, la sera, affacciati alla finestra, sui giardini del quartiere, mentre la città trapassava dal tempo del lavoro e quello della casa. E tu dicevi spesso che non c’era tempo, nella giornata, per pensare a se stessi, alla propria vita, ai sogni, ai desideri… eri sempre preso da una qualche forma di compito che ti derivava dalla situazione. E mi dicevi: ma tu, ma tu, dove? E rimanevi così, a guardare dietro le mie spalle. E scuotevi il capo, e ripetevi: dove?  

Oltre il canale

Terrò il corpo snello e camminerò con gioia lungo la strada.  Guarderò oltre il canale, oltre la linea degli alberi e delle case. È da quella parte che mi spinge il richiamo. 
 Verrò a patti con quello che ho fatto, con quello che sono stata.  Siamo in molte qui dentro.  E diverse sono adultere e trasgressive. Ma tutte me. 
Ogni giorno mi distribuisco in molte cose e poi mi ritrovo: un appuntamento segreto con me stessa.
 Ci sono ancora tante cose che attendono.
 Grata di vita, ho voglia d’avventura.
 Di buonora mi metto in viaggio, guardando oltre il canale.

Kairos

Ed è così pieno ed eccitato il momento in cui il sogno che avevi in cima alla lista mostra il suo volto, salutandoti con la mano alzata tra gli eventi che arrivano imprevisti, non programmati. Il cuore di scatto raggiunge quella frequenza di battito che è la vita piena. La mente è piacevolmente confusa perché le cose nel quadro non collimano ancora, come le tessere di un puzzle appena rovesciate sul tavolo da una scatola nuova di zecca, ma tu sai che c’è un disegno che le destina ad incastrarsi armoniosamente tra loro. D’ora in poi è quel disegno che traccerà il sentiero verso il tuo orizzonte.   Tutta la strada che hai percorso, ora acquista il suo senso. Ti accorgi che i lunghi periodi di cammino solitario, e l’inquietudine che hai sopportato con pazienza, che hai avuto compagna negli interminabili silenzi fiduciosi, e il dolore che hai accettato come un travaglio necessario, hanno aperto nella tua anima una grande dimora nuova di zecca, che ora accoglierà l’arrivo di vivaci carovane

Col sole in fronte

Qualcuno non si accontenta dei suoi confini: vuol essere poesia.

Una finestra

Una persona è un mistero. Anche quando ti gira per casa, anche quando la frequenti da tempo. Non puoi rinchiuderla in una definizione. Non puoi incorniciarla. Perché la perdi. – Una finestra! – disse. – Una finestra? – chiesi. – La chiamo la buccia del mondo… – La buccia del mondo…? – Quello che vedi è la buccia. Una persona la incontri se incontri la sua anima. Si dice così in quasi tutte le lingue… – Incontrare l’anima di un altro… – Questo è possibile se la buccia del mondo diventa una finestra. Può succedere. Mi rendevo conto del significato della metafora che Pietro stava mettendo in campo.
 Sapevo che la buccia del mondo poteva nascondere e impedire l’incontro. Oppure poteva diventare una finestra per accedere e accogliere l’anima di un altro.

Occhi

Voglio occhi nuovi. Occhi capaci di vedere il nuovo che ancora non esiste. Occhi nutriti di cultura capaci di immaginare nuova cultura. Voglio occhi creativi capaci di produrre nuove visioni.

La tua storia

Io voglio allargare la visione. So che siamo un segmento molto piccolo di una storia cominciata 4 miliardi di anni fa. Ormai è impossibile non pensare che siamo stati ameba, pesce, rana, scimmia e super-scimmia. Ed è impossibile non pensare che tra 4 miliardi di anni il sole si spegnerà. E allora?
 Ognuno di noi sta lavorando all’interno di una evoluzione creatrice che va verso l’alto, anche se nel piccolo periodo si sale e si scende drammaticamente.
 Mi piace pensare che il contributo che ognuno di noi può dare sta nella creatività, nel produrre doni e tentativi di soluzione. Nel migliorare le condizioni di vita. Nel dare strumenti e piccole macchine per credere e operare.
 Trovo una gran gioia nel cercare itinerari di pensiero creativo, nel partorire ogni giorno qualcosa che nutre la mia vitalità e quella della mia tribù. 
Il nostro contributo è piccolo, ma si somma a quello di tantissime altre persone in ogni angolo del mondo. E ora abbiamo anche i mezzi per condividere.    

Massi erratici

La Terra è bella, ma vista da lontano – dallo spazio o dalla distanza dell’immaginazione. Da vicino è sporca, una discarica a diffusione illimitata. Una terra che chiede urlando di essere ripulita. È la voce stessa dalla nostra natura, del nostro corpo, a veicolare questo appello. Una terra inquinata che è semplicemente lo specchio del nostro modo di vivere. Perfino della nostra mente. Certo dei nostri stati emotivi.    

Tempo per essere

  Le cose che ci appassionano sono le cose che ci svegliano.

Luci

Ci sono esperienze che solo chi le vive le può sentire e provare. In fondo non siamo troppo diversi dagli insetti che sono attratti dalle luci notturne. Questi sbattono ossessivamente contro lampadine o sono bruciati da una candela senza una ragione apparente. In origine le farfalle notturne orientavano il proprio volo attraverso la luce lunare: per andare dritte volavano mantenendo un angolo costante con la luce emessa dalla luna. Poi con la comparsa delle luci artificiali evidentemente scambiano ogni luce con la luna e muoiono bruciate. Forse in origine anche per noi esisteva una sola luce da seguire. Chissà.  

Io ero...

Piove là fuori, ma dentro si sta al caldo e viene da giocare. Ricordo con piacere che da bambina i giochi cominciavano spesso con: "Io ero... noi eravamo...". Ancora oggi "io ero..." è per me una tecnica creativa di straordinaria efficacia per inventare itinerari e affrontare le sfide…

Piccolo

Delle volte lo chiamo effetto microscopio. Lasci con lo sguardo il grande scenario e ti concentri su un piccolo frammento, una goccia! e ti si apre di nuovo un'universo immenso, inesuairbile.  Da ragazzina mi ci perdevo in questa cosa, e anche adesso…

La matassa

Mi chiamo Ester. Ho trent’anni. Voglio volare in alto, molto in alto. Ho energia in corpo e sono libera d’inventare la mia vita. Ora vedo chiaro. Sono uscita da una grande matassa appiccicosa che mi ha avvolta per molti anni in un chimismo inconcludente e infingardo. Una matassa che ha frenato i miei movimenti verso la vita come le mille ragnatele che imprigionavano Gulliver. Ve ne voglio parlare, benché non sia facile. Sapete quello che voglio dire. Quando corri e corri giorno dopo giorno e ti accorgi che sei sempre nello stesso posto. Quando ti rendi conto che non sapendo dove andare ti troverai sempre da qualche altra parte, ma non lì. E non ti spieghi come mai non impari niente che sia qualcosa e ti rigiri sempre negli stessi pensieri. Bene, alla fine ho realizzato com’è cominciato tutto. E come si è andato costruendo il grande polverone dove ho smarrito la bussola. Questa grande matassa appiccicosa, come la tela di un ragno, ha il suo punto d’origine, e io lo vedo chiaro, ora. Pro

Anima bambina

E viene il momento in cui ci ricordiamo dei nostri sogni dell’infanzia, e dell’adolescenza. E che quello è il momento in cui possiamo decidere di ricominciare a sognare. E che questo prelude al riscatto della nostra storia. Questo apre la via alla libertà. Libertà dai legami e dalle paure, libertà dalle storie non nostre, e libertà che libera le nostre energie creative e il coraggio di tracciare la nostra rotta.

Un lungo ponte

Ho sempre saputo, fin dai primi passi della mia vita che dovevo attraversare un lungo ponte per arrivare dove desideravo. 
Trovarlo, questo ponte, o addirittura costruirlo, gettarlo tra una riva – questa - e l’altra. Quale?
 È sempre stato un ponte verso un’altra riva che non era visibile. Come non è visibile il futuro. Come non è visibile la meta di un’avventura.
Sono ancora alla ricerca di un ponte e ancora cerco di intravedere dall’altra parte.
 Non è come progettare un’opera edilizia dove devi avere il disegno già pronto e completo. È piuttosto come un viaggio d’avventura, dove tracci ogni giorno la rotta.
 Il bello deriva proprio dal fatto che non conosci il futuro, ma gli vai incontro cercando di costruire il tuo destino trafficando con gli eventi.
 Per me il nocciolo della vita  sta nell’avventura dell’esistenza. 
Come le pagine di un diario. Tracce del movimento. Annotazioni a latere, talvolta. Lo slancio originario di un mattino, spesso. Il residuo emozionale alla sera, altre

Pensare in grande

  Pasqua è quando apri un uovo alla coque e salta fuori il pulcino.