Ci sono esperienze che solo chi le vive le può sentire e provare.
In fondo non siamo troppo diversi dagli insetti che sono attratti dalle luci notturne.
Questi sbattono ossessivamente contro lampadine o sono bruciati da una candela senza una ragione apparente.
In
origine le farfalle notturne orientavano il proprio volo attraverso la
luce lunare: per andare dritte volavano mantenendo un angolo costante
con la luce emessa dalla luna. Poi con la comparsa delle luci
artificiali evidentemente scambiano ogni luce con la luna e muoiono
bruciate.
Forse in origine anche per noi esisteva una sola luce da seguire.
Chissà.
Penso al paradossale destino dell’uomo, questo essere effimero capace di creare cose che durano più di lui.
E penso che forse è un segno, questo, della sua vocazione a lavorare per la vita, oltre i propri recinti personali. E immagino che di qui derivi quella intensa soddisfazione che l'individuo prova quando allarga i rami del suo frutteto oltre la cinta dell’orto. Quando il suo albero produce frutti in abbondanza per chiunque passi sotto e ne voglia.
E penso che la vita sembra non vada a economia, non faccia i conti all'osso, e che butti a miglioni quando serve solo uno. E che il di più non è spreco ma abbondanza.
Troppe luci da seguire o troppe teste da sbattere...
RispondiEliminachissà.
L'importante è muoversi per seguire la nostra luna
Troppe luci, troppe false stelle... trovare quella giusta non è facile. Ma quella giusta brilla solo per te.
RispondiEliminacome sempre bellissima foto
RispondiEliminaGran bella foto, complimenti.
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