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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

Dall’amor rapita

Stamani è come un bacio .

Pensare

A me piace molto pensare. Mi piace e mi fa stare bene. Mi aiuta a dipingere la situazione in cui mi trovo, come si dice? a fare la mappa. Lo so che non è la verità assoluta. Non so neanche cosa sia la verità assoluta. Ma pensare, raccontarmi le cose, me le fa vedere, me ne dà una rappresentazione. E questo è il mio mondo. Il mio film. Come potrei avere la mia storia, fare il mio romanzo, senza pensare?  Non ho mai capito perché tante persone ce l'hanno col pensare. Io voglio imparare a pensare bene. Proprio il processo del pensare. Non tanto i contenuti. Le idee che vengono, che ti aiutano a vivere, che aprono orizzonti, hanno tutte una storia. Il pensare stesso è una storia.  Io potrei raccontare come stamattina di fronte a una domanda che mi teneva in sospeso, ho incominciato a pensare e come è arrivata un'idea che mi è sembrata liberatoria e promettente. E come ho tentato di seguire quell'idea fino a raggiungere altre idee. E tutto questo fa parte della mia storia quotid

Tempo d’incubazione

È possibile, col sonno, lasciar andare i pesi e svegliarsi leggeri.  Rinascere e ricominciare.  È possibile diventare le parole che dici.

Spontaneità

Cosa vuol dire essere spontanei? Oltre questa parola, cosa c’è? Come posso capirlo? Afferrarlo nell’intimo? E come posso avvicinarmi alla comprensione della spontaneità se quando parlo con qualcuno so che lo devo ascoltare, so che devo essere gentile, so che devo sorridere?
 E come posso entrare in contatto con quel che sono se so che devo essere brava e buona e adulta e razionale e rispettosa e aperta?  Non è questo che mi suggerisce la Programmazione Neuro Linguistica?    

Un altro Natale

C’è anche un altro Natale. Di quello voglio parlare. È un piccolo Natale, rispetto a quello della religione e a quello della rinascita psicologica. Ma si attaglia molto bene alla vita quotidiana. E, forse, potrebbe significare molto più di quanto, ora, io non osi affermare. Certo, è connesso con la storia di quella forma della cultura che ha il nome di Filosofia. Mi voglio aiutare richiamando quella che per me è l’interpretazione più interessante del significato originario di Filosofia. Secondo questa interpretazione, il termine usato dai filosofi greci per indicare la loro “professione” – PHILO-SOPHIA – può essere tradotto più o meno come “aver cura di ciò che si mostra nella luce”. Infatti SOPHIA è il termine astratto relativo a SAPHES, luminoso, ciò che sta nella luce. La filosofia è dunque questo aver cura (amare) ciò che, uscendo dall’oscurità, viene alla luce e si mostra, si rende visibile. Direi, più precisamente, aver cura del mostrarsi stesso della cosa che viene

Dove scorre il fiume

Aldo si era svegliato e ci voleva qualche minuto d’incerto torpore prima di potersi applicare. Non era più il tempo di quando saltava giù dal letto con impeto giovanile e immediatamente assetato di vita e di energia. Ora doveva attendere un po’ prima che i vari ingredienti trovassero il loro posto nella sua testa e lui sentisse di essere sufficientemente se stesso.  Alessia glielo aveva suggerito, ieri sera, a cena. “Non alzarti immediatamente. Resta seduto per qualche minuto e solo dopo mettiti in piedi”. Uno dei tanti piccoli segnali della vecchiaia. E aveva deciso di seguire il consiglio. 
Poi, quando le cose erano andate a posto, si ritrovava sempre lui, sempre se stesso. Lì dentro non era mai invecchiato.  Pensò: “Forse ha ragione quel tale che ha scritto che il corpo deperisce ma non la mente. Forse è vero che si muore sempre giovani”.  E non volle andare avanti a sottilizzare la faccenda.    

Libertà di sognare

Nel silenzio delle mattinate, prima che il mondo si risvegli, quando sullo sfondo buio riecheggia solo il brusio del fiume qui davanti, allora io so che tutto potrebbe succedere, e addirittura che tutto potrei realizzare. Come se fossi magica, come se Dio fosse dalla mia parte, come se entrasse nelle mie mani e nella mia mente.  È quella situazione infantile a me tanto cara, di chi sta per imbarcarsi nella grande avventura.  È il momento il cui il sogno va incontro alla vita a braccia aperte.

I creativi vivono

Le fotografie e i quadri fermano l'istante perché lo possiamo vedere e introiettare, oserei dire, masticare e digerire. Tutto scorre sempre, la vita è questo. Ma anche fermarsi e masticare le cose fa parte della vita. Anzi è funzionale a scorrere e scattare al momento opportuno.  Fermandosi a guardare le immagini si pensa!    

A che serve?

Stamani sono andato 
 a camminar nei piani,
 il sole l'ho trovato 
 ch'era salito un po' 
 sopra il profilo scuro 
 degli alberi lontani. Cercavo con le mani, 
 cercavo anche col cuor. È stato allor che ho detto: 
 come sarebbe bello 
 vedere tutto il mondo,
 scoprire quel che c'è. Creare un bel castello 
 e diventare un re! Come sarebbe bello 
 solcare tutti i mari,
 avere un bel vascello, 
 una squadra di corsari... Cercavo tra alle ortiche  
la cassetta del tesoro,
 le erbacce erano amiche...
 E io ho trovato l'oro (loro?)

Alba

 Il sorgere del sole, con l'esaltante frenesia che regala.    

Punta alla luna

Mi dicono: Sì, è vero, quando ricevi la risposta, quando anche l’altro ti dice: ti amo, tutto salta all’ultimo piano e vedi la vita dal punto più elevato. Sei diventato tutto.
 Ma quando non ricevi la risposta? 
Dunque è importante affidarsi alle discipline che ti aiutano a coltivare l’autonomia, per reggersi in piedi da solo (da sola).
 E si potrebbe ragionevolmente anche aggiungere: solo se sai star bene da solo (da sola) puoi entrare in un rapporto costruttivo con l’altro.
 Dunque, bisognerà pur darsi da fare per non “dipendere” e non “ossessionare” l'altro delegandogli responsabilità che sono nostre!

Fuggire l’ombra con le dita

Trova il tuo ritmo. Né lento, né frettoloso. E colloca tra una cosa e l’altra il silenzio, la distensione. 
Rivendica dai tuoi padroni il tempo della pausa, il ritmo della tua musica, gli spazi tra le note.
 Se ci riuscirai, ogni evento sarà Dio stesso, e nulla sarà più amabile, nutriente, perfetto, di quello che ti sta accadendo.  Il tuo orto da coltivare, l’orto dove stanno nascendo i tuoi sogni.
    

Il sogno

Lì dove mi aveva portato si vedeva una sorta di gigante dai capelli lunghissimi, che aveva in mano un grosso coltello affilato. Egli separava con colpi netti il giorno dalla notte, la veglia dal sonno, che prima erano uniti.  E io potevo vedere i sogni infilarsi velocemente, prima della separazione, nella parte notturna del taglio. I sogni erano colori. E sembrava strano che scegliessero di nascondersi nella parte oscura. Mentre la parte chiara, deprivata al colore dei sogni, diventava grigia.

Il millesimo quadro

Qual è la storia? Perché tu sei una storia. Io sono una storia. Una storia che voglio bellissima. Il mio sogno è avere una storia. E la racconto mentre viaggio, mentre esploro. Mentre la faccio. Questo è nello spirito del tempo. Noi oggi non siamo più delle sostanze, delle essenze, delle cose in forma di persona. È per questo che è così difficile definirsi. È per questo che rifiutiamo ogni definizione. Come se le definizioni ci imponessero di essere pietrificati. Noi siamo la nostra storia. E si tratta di una storia con parecchi capitoli. Non più la ripetizione dell’identico. Alla fine, soltanto alla fine, si saprà e sapremo chi siamo: chi siamo stati. Ma oggi viaggiamo, esploriamo, tentiamo. E non c’interessa sapere chi siamo. C’interessa di più sapere chi vogliamo essere. Chi saremmo riusciti ad essere.    

Un viaggio di sogno

A modo mio traccerò giorno per giorno le stazioni di posta. E sarà un viaggio pieno di sogno.  Con la struggente nostalgia del tutto.

Pensieri in cammino

Credo in un Dio, ma non so pensarlo. 

 Ogni volta che ho pensato qualcosa a proposito di Dio, ho avuto la netta sensazione di aver fatto un buco nell’acqua. 

 Mi sono domandata spesso con chi parlo quando parlo da sola. Spesso mi piacerebbe che fosse con Dio. Ma non ne so niente, per la verità. Mi sono accontentata di immaginarlo, perché mi faceva piacere. 

 Mi sono meravigliata da tempo del silenzio di Dio. Come se non sapesse le lingue! Ma poi ho pensato che se Dio parlasse a chiare lettere, noi non avremmo più alcuno spazio di vita nostro. E ho immaginato che questo silenzio fosse funzionale allo sviluppo della nostra libertà, intraprendenza, industria, e via discorrendo. 

 Ho ammirato in passato l’ateismo umanistico, per la sua capacità di assumersi la responsabilità sull’uomo senza piagnucolare continuamente alla volta del Padre Eterno. 

 Ma ho desiderato non perdere l’incanto dell’esistenza che è legato al mistero che avvolge tutto ciò che va al di là della buccia visibile d