Noi
ci parlavamo, ancora, la sera, affacciati alla finestra, sui giardini
del quartiere, mentre la città trapassava dal tempo del lavoro e quello
della casa. E tu dicevi spesso che non c’era tempo, nella giornata, per
pensare a se stessi, alla propria vita, ai sogni, ai desideri… eri
sempre preso da una qualche forma di compito che ti derivava dalla
situazione.
E mi dicevi: ma tu, ma tu, dove?
E rimanevi così, a guardare dietro le mie spalle. E scuotevi il capo, e ripetevi: dove?
Lo sapessimo dove... Potremo andare.
RispondiEliminaA volte siamo talmente presi dalle responsabilità dei nostri doveri quotidiani che ci dimentichiamo il nostro dovere di vivere.
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