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Visualizzazione dei post da gennaio, 2019

Realtà

Dove sta la realtà? Dietro di me? Davanti? Sotto il mio letto? Sotto le mie ascelle? Tra le lenzuola? Nel mio passato? Nel mio futuro? In chi mi è vicino? In chi mi è lontano? Dentro di me? Nel mio cuore? Tra le mie gambe? Nella dispensa della mia cucina? Nel mio frigo? Nel mio computer? In coda alla posta? In ciò che costruisco? Nelle mie idee? Nei miei ideali? In orgasmi rubati? In orgasmi pensati? In orgasmi pianificati? In orgasmi mai avuti? Dove cazzo sta... è latitante. Chiudo la realtà otre una porta di infinite domande senza chiave.

Per chi suona la campana

Non prendere mai alla leggera l' amore. La verità è che la maggior parte della gente non ha mai avuto la fortuna di amar qualcuno; che duri solo oggi e una parte di domani, o duri tutta una lunga vita è la cosa più importante che può capitare ad un essere umano. Ci saranno sempre persone che diranno che non esiste perché non possono averlo. Ma io ti dico che è vero, che tu lo possiedi e che sei fortunato anche se domani morrai.   Ernest Hemingway, Per chi suona la campana

Ti amo di lunedì

Buongiorno, Buon lunedì... l’inizio della settimana mi mette sempre un certo disagio. Disagio perché ho sempre in mente di fare, di pensare, di progettare, di fare lettera, testamento... insomma di inventarmi cose che non ho fatto prima. Prima di quel lunedì. Come se il lunedì fosse un giorno magico e non aspettasse altro che i miei “sani” propositi. Poi martedì è già un giorno più normale e mercoledì ho già dimenticato ciò che avevo in mente lunedì. Infine giovedì e venerdì li vivo ormai aspettando il fine settimana sperando che il fine settimana sia come me lo aspetto. Tutto ciò potrebbe intendersi come la metafora di molte storie d’amore. Intanto mi vivo il tuo pensiero, il nostro incontro come un eterno lunedì che batte forte dentro di me. Ed è bello. La mia vita è piena di lunedì che battono forte e mi fanno compagnia quando sono da sola.

Dubbio

Mi chiedo se tramare (e tremare) nell’ombra sia un accontentarsi oppure una condizione ineluttabile della (mia) realtà .

Amost Blue

Quasi triste Quasi facendo cose che eravamo soliti fare c’è una ragazza qui e sembri te quasi tutte le cose che i tuoi occhi una volta promisero le vedo anche nei suoi ora i tuoi occhi sono rossi dal pianto. Elvis Colstello, Almost Blue  

Un'altra me

Questa mattina mi sono lasciata andare. Ho dormito fino alle dieci. Da un po’ non accadeva. Ieri notte credo di essermi addormentata intorno alle cinque. Volevo finire il libro che stavo leggendo. In verità non l’ho finito, il sonno ha avuto la meglio: mancavano poche pagine alla fine, quattro, cinque, ma gli occhi non reggevano ed ho perso i sensi. Quanto mi piace addormentarmi contro la mia volontà, in particolare mentre sto leggendo o guardando un film. La sensazione di essere posseduta da qualcosa di enorme, di grandissimo, da qualcosa di incontrollabile che mi vuole rapire per portarmi via, in un posto che non conosco, che non conoscerò mai. E nonostante tutto non ho paura perché so che in qualche modo ritornerò qui dentro di me. Ed io lotto, so che cederò, è inevitabile, ma lotto, riga dopo riga, scena dopo scena, torno indietro, riprendo il filo, il buio mi pervade, mi sommerge, cerco di galleggiare, annaspo sulla superficie affannosamente, riemergo, affondo, mi c

Ripetività

Non ci capisco più nulla. Ogni sensazione, anche la più forte è subito inghiottita dal vortice della ripetitività e si perde nei ricordi. Dove sta la vita allora? Nella consapevole coltivazione reiterata del proprio giardino o nella ricerca sfrenata di sensazioni?

Compromessi

Tutto iniziò a casa mia, una mattina delle tante, quando decisi di prepararmi un caffellatte. Quanto latte mettere e quanto caffè? Era scritto su qualche manuale? C’erano regole da seguire? Su due cose la mia volontà era ferma: non volevo il caffè ma non volevo neppure solo il latte. Quindi dovevo arrivare ad un necessario compromesso. Adesso si poneva però un nuovo dubbio: quanto latte mettere? E soprattutto, quanto caffè? Ci pensai un attimo e decisi che il latte doveva essere almeno più del caffè. Le quantità dei rispettivi liquidi allora mi erano ancora ignote ma avevo almeno enunciato un altro principio da seguire, seppur piuttosto generale. A questo punto avevo davanti tre recipienti: la caffettiera singola, la pentolina del latte e la mia tazza vuota che aspettava solo di essere riempita. Prima verso il latte o il caffè? Decido per il latte. La tazza si riempie per tre quarti. Quindi prendo la caffettiera. Esito. Nella stanza accanto dormiva il mio ragazzo: Andrea

Mancanze

Ho sempre la percezione che manchi qualcosa. Questa sensazione è una costante della mia vita, le mie perfezioni sono di una provvisorietà disarmante.

Anima e pelle

Non so se pensare a te, alla tua anima o alla tua pelle. O forse penso solo ai tuoi occhi grandi, alle tue gambe mentre cammini, a come ti muovi. Penso a ciò che vuoi dire o a ciò che vorresti dire. All’energia che manifesti, all’energia che vorresti ti investisse, che ti inebriasse, che ti riempisse. Penso al vuoto a cui vorresti fuggire. Alla nebbia che si confonde con la tua pelle. A mani che vorresti sentire. Al desiderio che qualcuno rompa e inchiodi quel tuo respiro così regolare che si ripete secondo dopo secondo. Al tuo desiderio di silenzio, di silenzio pieno, quel silenzio caldo che ti avvolge come un cappotto d’inverno.   Ti penso.

Inizio dalla fine

Quando inizio una storia improvvisamente mi sento bella, brillante, interessante, giovane, efficiente, affamata, agile, gentile e svelta. Quando finisce una storia altrettanto improvvisamente mi sento brutta, noiosa, vecchia, inefficiente, inappetente, goffa, scontrosa e lenta. Poi cerco di razionalizzare - e dai ancora con questa benedetta razionalità! – cerco di comprendere i motivi della fine, di giustificarmi, di crearmi alibi, di dimenticare, lasciarmi andare, partire, tornare, precipitare, salire, avanzare, volare, volere, camminare, nuotare, leggere, scrivere, lavorare, pulire, ordinare, cucinare, cambiare. Cerco di prendere tempo dentro di me, di tirarmi fuori dai ricordi come scalare le pareti scivolose e umide di un pozzo intravedendo lass ù in alto i contorni di una luce. Una scalata rigorosamente libera, senza alcuna rete di protezione. Una mano dopo l’altra, un piede dopo l’altro, stringo i denti e lentamente salgo, cercando di sfruttare ogni appiglio, o

Amore e Psiche

Mi piacciono le unioni che superano tempeste e terremoti.

Mentre io aspettavo te

Michele Novaro incontra Mameli e insieme scrivono un pezzo tuttora in voga.

“Sì” è una bellissima parola.

Pensare

In fondo noi possiamo pensare una sola cosa per volta, non di più. Per quanto brevi siano i pensieri solo uno, non due contemporaneamente, possiamo pensarne. Ovviamente non possiamo controllare quali pensieri pensare e quali non pensare, i pensieri emergono nella nostra testa senza alcun controllo, escono come gemme a primavera, spinti da non so che cosa. Nonostante tutto quando compaiono pensieri negativi in qualche modo li possiamo cacciare dalla nostra mente per sovrapposizione. Per esempio pensando a qualcos’altro: dato che possiamo pensare una sola cosa alla volta se volontariamente pensiamo a qualcos’altro il pensiero indesiderato deve andarsene. Certo, poi torna quando meno ce lo aspettiamo ma noi lo possiamo cacciare via di nuovo e poi di nuovo ancora. Una volta, dieci, cento, mille volte… poi magari si stancherà di tornare. Devo provarci.

Perché vale la pena di vivere?

Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Uhm. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Okay. Per me… ehm, io direi… per Groucho Marx tanto per dirne una, mhmmmm, e Willie Mays e… il secondo movimento della sinfonia Jupiter… Louis Armstrong, l’incisione “Potatohead Blues”… i film svedesi naturalmente… “L’educazione sentimentale” di Flaubert, Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili… mele e pere di Cézanne, i granchi da Sam Wo, il viso di Tracy… Woody Allen Manhattan

Gravità

A me piace assecondare gli eventi...  Sono un'amante delle correnti, amo farmi trasportare a valle, seguendo la gravità.  Non riesco a sottrarmi ad essa.

Mostri

I veri mostri non assomigliano a dei mostri. Philip M. Margolin

In viaggio

Sono in viaggio. La mia vita non scorre mai fluida. Mi piace abbandonarmi alla risultante dello scontro tra intenzioni e eventi casuali: ciò che si genera mi incuriosisce. Le mie radici sono più interiori che esteriori. Ogni tanto incontro anime simili a me. Solo qui mi sento libera, libera di essere me stessa. Ma forse non è libertà, la libertà è un'altra cosa. Non voglio esperienza, voglio sensazioni. Una forma di abbandono, l'essenza della incompiutezza, una parte latente del mio desiderio di esperienza.

Airone

Bisogna slanciarci come matti, sostenuti dal nostro solo delirio. Farid al-Din 'Attar, Il verbo degli uccelli