Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da agosto, 2022

Il destino della frantumazione

Un pittore cerca di copiare la natura, poi scopre che non ce la fa a fare le cose proprio uguali... e diventa se stesso!        

Piccoli segnali

Voglio imparare da tutto ciò che è stato, voglio usare l'accesso all' archivio di conoscenza che oggi i nuovi mezzi ci consentono… Ma voglio che i sogni siano più forti dei ricordi.

Una spirale feconda

In definitiva mi piace sognare. E naturalmente sono indotta a trafficare con la pasta del mondo per conquistarmi fin che basta la possibilità di farlo. Il sogno potrebbe non essere semplicemente una via di fuga da una realtà ingrata. Potrebbe essere il di più che manca, ciò che è irraggiungibile con gli strumenti del puro realismo, o come lo si voglia chiamare. Lo spazio del sogno è però qualcosa di concreto. Esige una certa disponibilità finanziaria. Esige una parziale liberazione dalle urgenze materiali. Perché il sogno ha bisogno di tempo libero dalle necessità. Il senso del lavoro per me è precisato dalla liberazione di tempo per una vita da sogno. Una vita ispirata e animata dal sogno. Vorrei riuscire in questo: che il lavoro mi liberi il tempo per sognare e che il sogno metta in moto un’operosità ispirata capace di solcare la dimensione concreta del vivere. Sono le parti dinamiche e complementari di una spirale che illustra abbastanza bene la mia politica di vita. Costr

Idee

 A metà dell’altro mese 
 Poggibonsi ho visitato
 per un libro che mi rese
 fiero, grato ed esaltato. Son restato a Tavarnelle, 
 nella Valle della Pesa, 
 dove al lume delle stelle 
 la mia anima s’è arresa. Di vigneti e di cipressi  
il mio sguardo s’è colmato,
 ei volevan che restassi 
 di lor sempre innamorato. E di fatto li ho nel cuore  
dove resta il loro segno 
 che mi spinge per amore  
a eternarli nel disegno.    

Quell'angolo segreto

Sono sempre stato un tipo solitario. Quasi insofferente della compagnia prolungata. Faccio volentieri attività che richiedono molto tempo di solitudine. Fin da ragazzina amavo stare nei boschi e sugli alberi, lungo i fiumi e nei campi, da sola. Potevo immaginare indisturbata le mie avventure.    

Dal mio balcone vedo il mare

Da non crederci. Ma questo è possibile. Dal mio balcone vedo il mare! Qui non manca nulla rispetto alle Maldive. Ho l’ombra fresca e la ventilazione, il tavolo e l’acqua ghiacciata con il succo di limone. Una montagna di libri e una miniera di fantasia. Il punto è che mi voglio bene e so che trattare le mie risorse personali, della mente e del corpo, con grande cura è un presupposto decisivo al pari, e probabilmente più, del trattare con la massima cura il rapporto con il mondo. La mia avventura mi ha insegnato questo principio che ho impresso nella zucca con un tatuaggio a fuoco.    

Stiamo andando da qualche parte

Io ti sento. Sento la tua saggezza, le tue riflessioni, la tua intraprendenza. Sento la commozione di averti accanto. Per lo più si ride, si scherza. Ciò che mi colpisce di più è come, senza parlarci tanto, guardiamo nella stessa direzione. Siamo in viaggio.
A ndiamo da qualche parte.
 Non sappiamo gran che delle cose che ci avvolgono e che ci destinano.
 Mi piace pensare che stiamo vivendo e che, vivendo, contribuiamo alla vita.
 Soffrire, essere tristi, sentirsi soli, smarriti… non è un peccato.
 Un pungolo ci rende inquieti. Evitiamo la noia con ogni espediente. Facciamo finta di essere saggi. Cerchiamo di giocare le nostre carte.
 Siamo anche tanto entusiasti di quello che mettiamo in gioco. Domani – forse – il pensiero andrà più a fondo.

Lo charme del tempo

Un giorno forse conoscerò il mare.
 Seduta sugli scogli 
 lascerò i pensieri vaporar nell'aria
 e sciogliersi l'io dimentico di sé. 
E sarà solo quel che c'è,
 d'odor salmastro.

Replicanti?

E fu così che ci accorgemmo che i replicanti erano già tra noi. Ci assalì il dubbio che fossimo anche noi dei replicanti. Avevamo paura di scoprire qualcosa del genere. I nostri sentimenti erano davvero nostri? Le nostre fantasie erano forse di qualcun altro? I nostri sogni erano il frutto dei nostri veri desideri?  Non eravamo più sicuri che provare qualcosa ci mettesse in contatto con la nostra identità. Chi sentivamo, quando sentivamo? Com’era cominciata questa storia?  La mia amica Frida, per esempio, quando leggeva un romanzo d’amore si accendeva nell’anima come una torcia di ginepro e non smetteva di parlarne con verve per ore e ore. Ma quando ritornava al suo lavoro e alle sue relazioni personali, al suo amante e alla sua famiglia, si trasformava in una Frida spenta, un’altra Frida… Betty amava fantasticare con calore di fronte alla pubblicità. Una vita immaginaria si sprigionava dalle riviste femminili di cui era una vera cultrice, desumeva i suoi sentimenti del gi

Ci provo

 Il giorno in cui mi staccai dalla mia ombra…    

Ma... chissa?

In quel periodo mi ero innamorata di lui. Il suo volto mi parlava più di un libro stampato e avrei voluto invitarlo a colazione, non tanto per parlarle ma per guardarlo per quindici minuti. Quando un uomo ha quegli occhi mi pare che vita e destino si sposino follemente. E queste cose mi danno in testa. Avevo scritto dei racconti su di lui, tanto per dare un’espressione a quello che mi pulsava dentro. E credo che lui comprendesse. Ma chissà?    

La storia

Gli amici con cui sto bene sono quelli che hanno una storia da raccontare. Con lui voglio avere una storia. Con me – è questo il punto – io voglio una storia – la mia storia.  

Andiamo oltre

Dio non è in contatto telefonico con nessuno. Non ti parla né ti scrive. La gente, che ne sente il bisogno, si avvicina a Dio solo attraverso l’immaginazione. Cioè l’immagina vicino e immagina di fare qualcosa della propria vita che corrisponda a un desiderio di Dio stesso. Immagina di parlargli e di sentire la sua voce nelle parole che la propria immaginazione suggerisce. Immagina di interpretare i segni che gli manda attraverso gli eventi.

La vita è un aperitivo

 – Sonia, l’occhio mi cade sulle tette. – Cazzo dici? – Porti sempre queste scollature… mi aspetto da un momento all’altro che tutto  scivoli giù e che spuntino sul palcoscenico due tette sguinzagliate. Mi rendo bene? – Tette al vento… dici tu… qualcosa del genere? – Io dico che la vita è come un aperitivo. – Spiegati un po’. – Va di moda, no? – Dappertutto. – Un aperitivo è la stimolazione dei succhi gastrici… – Vuoi dire: in attesa di un pasto, una cena, un pranzo. – Si dice così: prendiamo un aperitivo? A quei tempi, l’aperitivo non era più l’apertura di un processo che portava al pranzo vero e proprio. Gli storici sottolineano il fatto che l’aperitivo poteva tenere il posto della cena. Tutta quella gente, dopo il lavoro, in attesa di una serata speciale… Andiamo a farci un aperitivo? E, lo sai, all’aperitivo tu trovi tre primi di pasta, alcuni bocconcini con formaggio, melanzane, peperoni sott’aceto, e funghetti sott’olio, mortadella tagliata a cubetti su una base di foca

Arrivo all'isola

Noi arriveremo all’isola del tesoro. Abbiamo il vento in poppa. Passeremo attraverso gli scogli, eviteremo le tempeste o le attraverseremo con determinazione bastarda. Abbiamo il coraggio di chi ha evitato la morte più volte. E ci siamo induriti nelle difficoltà dell’infanzia.        

Cucù

Troppa spiritualità, credi, t’ammoscia. 
 È meglio avere spirito e un paio d’ali, 
 molta letizia e muscoli di coscia 
 che saltino leggeri tra i mali. Ti stai a lamentare che i vecchi pesi 
 si sono volatizzati, sono morti, 
 che ti senti accecato dei valori 
 e che i sentieri nuovi sono storti. Ma non t’accorgi che sei più leggero? 
 Che ti puoi avventurare per il mare aperto? 
 Che puoi seguire col vento il tuo pensiero 
e provare il piacere d’aver scoperto  qualche nuovo paesaggio dell’umano, 
 e del possibile qualche nuovo anfratto? 
A me piace di più, non mi fa strano 
 che mi senta dal nuovo tanto attratto. E mi domando se non fosse mai 
 che da sempre questo dentro ci sia stato 
 e che i padroni, quelli che tu sai, 
 con sti grandi valori l’avessero castrato.        

Rallento

Fugge a galoppo il tempo irridendo alle ambizioni della fretta. E io rallento per raccogliere il suo fiato nella mia vela.