Vieni, questa sera, con i tuoi piedini che suonano la tromba delle scale. Entra nell’abbraccio della mia casa. Aprirò la finestra e ti farò l’amore accarezzato dal vento delle stelle. Assaporerò i tuoi seni come pesche di vigna e le mie mani navigheranno sulle onde dell’oceano di dolcezza che tu sei. Cercherò le favole in mezzo ai tuoi capelli e respirerò la tua anima nel tuo respiro. Le mie reni sono sature di libidine di vita e le mani anelano a sollevare ogni velo. Tu sei la vita succulenta. E, benché ebbro, stordito e confuso dal nettare che trasuda la tua pelle, io sono io, pienamente consapevole, pieno, tondo, intenso e sano. E tu sei tu, lunare e luminosa.
Mi pare di buon senso, poesia. Niente di più, nienre di meno
RispondiEliminaLa poesia è il confine delle nostre sensazioni, di quanto di più intimo e vero è dentro noi. Conoscere il nostro confine e raccontarlo a chi si ama o a chi può capire, è fare poesia.
RispondiEliminadi solito chi si accontenta dei propri confini ha una mentalità ristretta!!!
RispondiEliminaMai accontentarsi dei propri confini :) Buona serata
RispondiEliminaSe questo mondo è infinito, perché noi dovremmo avere dei limiti?
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