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Visualizzazione dei post da luglio, 2021

Love Supreme

Ascoltavo Coltrane, Out of this World, e mi dicevo che anch’io, sì non ci stavo a mio agio in questo mondo. Meglio il Coltrane di A Love Supreme , che mi faceva credere che l’immaginazione poteva trovare una strada. Ho un cervello troppo piccolo per controllare il mondo – dicevo – a mala pena riesco a gestire il mio appartamento. Vado poco più in là. Ma una piccola isola dove ricreare le energie e illudermi di conoscere la gioia di essere viva, questo sì, credo di averla… E ho voglia di scommetterci.

Qualcosa di selvaggio rimane vivo dentro

Ho bisogno di stare all’ombra degli alberi per sentire, per connettermi con la sorgente.  Per una ecologia della mente, del pensare, del progettare.    

Dove passando il cuor si placa...

Che dobbiamo dire? esclama Luciana. Che hanno ragione quelli che vedono il lato tragico della vita, perché di schifezza ce n'è proprio tanta. 
 Che hanno ragione quelli che puntano a produrre gioia e colore con ogni gesto del loro fare. Perché c'è spazio per questa creatività e indipendenza ed è bene non lasciarsi contaminare dall'inquinamento.
                                     Che ha ragione chi urla che la vita è bella, perché è un'incanto e uno schianto anche a morirci dentro.

Qulla cosa

E succede che arrivino all’improvviso, inattesi e non amati, i tempi di astenia. Una debolezza che toglie l’equilibrio, Una sorta di stordimento a metà strada tra il sonno e la veglia. Piacevole per fantasticare. Una sorta di ebbrezza, senza scuotimenti. Ma ostili all’azione e alla consapevolezza attenta e vigile. La prospettiva più vicina è il letto. Il lenzuolo che t’ingoia come una bocca morbida. Mentre il tuo io CHE protesta, che vorrebbe fare, si zittisce incredulo.
 Ovviamente lo so: il corpo chiede, ha bisogno di sonno, di riposo.  La cosa positiva è che c'è meno vigilanza critica. Il subconscio è libero di andare per i fatti suoi. E a me piace vedere il frutto del suo parto. E lo guardo senza sapere cosa sia. Ogni situazione ha il suo regalo.

Domande

Più che avere domande noi siamo una domanda. La domanda che noi siamo è un po’ come la fame e la sete: una buona risposta, come un buon pasto, soddisfa per un po’, dà energia per qualche tempo.  Poi la vita consuma e brucia e bisogna rimettersi a far la spesa e cucinare per nutrirci.

Incantatrice di pesci

Mi piace la metafora del vestito a proposito del film mentale che costruiamo mentre cerchiamo di realizzare la nostra storia nel mondo. Perché all’immaginazione si possono applicare tutte le considerazioni che si applicano al vestito. 
 Il vestito è qualcosa che ci mettiamo addosso per ripararci dal freddo e per muoverci nei traffici umani. E sappiamo che ci sono vestiti che ci aiutano ad agire e a relazionarci, così come ci sono vestiti che non ci calzano bene, facendoci fare magre figure e soprattutto impedendoci di agire. Vestiti la cui immagine allo specchio CI ILLUDE di essere, e via discorrendo. E questo è un criterio ragionevole per valutare. 
 Ma c’è anche un'altra considerazione: noi non sappiamo quali sono i nostri limiti reali e, se siamo curiosi e intraprendenti, lasciamo che il desiderio ci spinga a tentare la sorte, costruendo per la nostra avventura uno scenario epico. E spesso questo ci aiuta a superare noi stessi. A smettere di essere quello che erava

La subitanea intensità della vita

Può essere che la scrittura abbia bisogno di maggiore compostezza di quanta me ne consenta l’esplosione appassionata di calore che si sta facendo spazio dentro. 

 Oppure, potrebbe anche darsi che la passione aiuti a trovare la via di un’espressione efficace e pertinente di ciò che all’inizio appare come qualcosa di urgente da dire e vago al tempo stesso. 

   Quello che ho in testa è una sorta di paradosso – a stare alle parole significative che lo rappresentano. Le parole significative sono: calma e rapidità. 

   E quello che vorrei esprimere è che c’è una me che adora la lentezza, la calma, la passeggiata meditativa, la contemplazione, lo stare a guardare, il gustare masticando adagio, il lasciarsi colmare e portare dagli eventi piuttosto che spingerli in qualche direzione. Il lento scorrere della meraviglia delle piccole cose che arricchiscono perfino gli interstizi del tempo, i pori della pelle, la visione laterale dell’occhio… come carezzare un corpo con estrema l

Distesa sull'erba verde sognando il futuro

Noi credevamo che tutto partisse dalla mente, da dentro, dall'interno. 
Lasciavamo crescere le idee come i contadini le piante.

Il filo rosso

Due dimensioni parallele abitano l’esistenza e i momenti magici sono quando si sposano. Sono gli spazi del senso, della bellezza, della verità, dell’amore.  Il paradiso che godiamo, perdiamo e ritroviamo.     

Guidata dalla luna

Stasera in cielo vigila l’incanto, la luna si nasconde e fa le fusa, quella ragazza che commossa ha pianto perché lui l’ha chiamata “la sua musa” ora si annota sull’agenda un verso che lascerà sul letto domattina: “quando non ami è tutto tempo perso, se mi sorridi ti sarò vicina!”    

Filosofie

Kant vedeva nell’emergere della contraddizione il confine ultimo delle pretese del pensiero. Hegel, al contrario – vedeva nella contraddizione qualcosa che il pensiero può superare, perché è proprio la contraddizione che feconda il pensiero affinché produca un nuovo pensiero capace di assorbire la contraddizione stessa. Hegel era più bambino di Kant. E io so che i bambini lo sanno fare, anche se non sanno di saperlo.

Come un aquilone

È soprattutto in montagna che sento di abitare in uno spazio aperto, su un pianeta, sotto un cielo immenso. Che non sono imprigionata nella mia stanza, nella mia città, nei miei problemi. 

 La bellezza dell’aperto risiede in gran parte – per me - nell’influsso liberante che esso ha sulla mente e sul cuore. I pensieri gretti e meschini si sciolgono ed evaporano rapidamente. Il pensare conosce le dimensioni della grandezza. Vola alto come un aquilone. Così pure il sentimento: il cuore diventa capace di accogliere il tutto dentro di sé. 

 E percepisco il mio essere al mondo come un dono. Sento che sono un ospite della vita, cui sono offerti doni in abbondanza e la possibilità di esplorare, di giocare, di capire almeno un po’. E anche di immettere qualcosa di proprio nel grande evento dell’universo.  

È in montagna che ho una percezione viva dei miei limiti. E, tuttavia, avverto questa consapevolezza non come frustrante ma, al contrario, come legame consapevole al mistero di una forza i

Dare valore

In epoca ingenua il valore lo vedevo nelle cose, che erano belle e buone e desiderabili già da sé. Poi è venuta l’epoca in cui il valore del mondo sembrava venir divorato dai mostri segreti del tempo. Il momento in cui ci si sente orfani: il divino è morto e ci ha abbandonato. Il mondo è disincantato. 

Uscire dalla desolazione è stato nello stesso tempo il farsi strada dell’idea che il valore non sia qualcosa di già dato, ma che vada “messo” nella pasta oggettiva del mondo, o vada “educato” da essa: il valore come risultato della cura (che la cultura sia in qualche modo coltura). 

E mi è sembrato che si aprisse un’epoca di seconda innocenza. 

Un’età più consapevole. Mi siedo a considerare nella riflessione prima di gettarmi (o lasciarmi trascinare) nell’azione. Affinché si creino all’interno le condizioni che consentono di “proiettare” valore sulle cose. Che si crei dentro l’immagine buona, che si giri dentro il film giusto in maniera che l’azione diventi non solo sens

Sognare i sogni

A che serve avere dei sogni se non li insegui? La domanda mi aveva coinvolto. 
 Ho capito che avere dei sogni in concreto significa sognare a occhi aperti. 
Che questo non indica solo una direzione di marcia, ma libera subito energia buona necessaria per agire in maniera mirata. 
E ti rende felice di fare.    

Eros

C’è un piacere nel pensare, per chi lo prova, e lo si può provare davvero, che merita di essere chiamato erotismo della mente. Un erotismo del pensare e del parlare che si mescola volentieri con l’erotismo dei corpi, ma che dev’essere preso in considerazione in se stesso. 
 Quando la mente si eccita e di solito questa eccitazione è legata a certi luoghi, per esempio i caffè parigini, i pub di Dublino, o che so io, nella sala di un museo davanti a un quadro espressionista.
Questo erotismo che infiamma l’animo e partorisce discorsi tanto belli quanto folli, fa venire in mente che l’apprendimento dovrebbe essere pervaso dallo stesso fuoco. Un insegnamento senza eros come potrà nutrire gli animi e spingere a grandi imprese. A sognare un futuro di grandezza? 
E, prima ancora, come potrà far sentire che si è vivi?    

Lungo i sentieri dell’esistere

C’è stato un tempo in cui mi sono detta: “Meglio rimorsi che rimpianti!”. Erano gli inizi di un’avventura. Ci voleva un certo indurimento del cuore per aprire un varco ai miei sogni.  Oggi sono più condiscendente. 
 Sono ancora convinta, tuttavia, che i primi passi di un cambiamento, di una conversione, hanno bisogno di una determinazione cruda, testarda. Si tratta di scrollarsi di dosso un po’ di zavorra.  Si tratta di dire un sì deciso al sogno che si è appena scoperto.

Malinconia

Liberare la malinconia dal destino di tristezza sterile a cui la si condanna. Liberarla e farne una fonte d’ispirazione. La più bella musica jazz cosa sarebbe senza malinconia? La malinconia va suonata, cantata forse, espressa in una maniera straordinaria.  E diventa ricchezza della vita, allargamento del cuore, abbandono grandioso al mistero dell’esistenza.