Ho sempre saputo, fin dai primi passi della mia vita che dovevo attraversare un lungo ponte per arrivare dove desideravo. Trovarlo, questo ponte, o addirittura costruirlo, gettarlo tra una riva – questa - e l’altra. Quale?
È sempre stato un ponte verso un’altra riva che non era visibile. Come non è visibile il futuro. Come non è visibile la meta di un’avventura. Sono ancora alla ricerca di un ponte e ancora cerco di intravedere dall’altra parte.
Non è come progettare un’opera edilizia dove devi avere il disegno già pronto e completo. È piuttosto come un viaggio d’avventura, dove tracci ogni giorno la rotta.
Il bello deriva proprio dal fatto che non conosci il futuro, ma gli vai incontro cercando di costruire il tuo destino trafficando con gli eventi.
Per me il nocciolo della vita sta nell’avventura dell’esistenza. Come le pagine di un diario. Tracce del movimento. Annotazioni a latere, talvolta. Lo slancio originario di un mattino, spesso. Il residuo emozionale alla sera, altre volte. Il contatto col sogno, sempre.
Di ponti forse ne hai già superati molti, alcuni anche importanti, senza saperlo. Ma non fermarti a pensare questo, continua a cercare, ci sarà sempre strada, sempre avventura, e altri ponti...
RispondiEliminaWow, bellissima considerazione... molto profonda
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