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Visualizzazione dei post da settembre, 2019

Acido solforico

Amélie Nothomb, in “Acido solforico” racconta una cosa deliziosa che fa al caso di chi vive situazioni di disagio. 
Racconta di un prigioniero in un campo tedesco durante la seconda guerra mondiale. Le condizioni di sopravvivenza disumane e disumanizzanti. Lui e i compagni si stavano trasformando in poveri selvaggi, bestie sofferenti. Nelle loro menti, pensieri insopportabili. 
Un giorno quest’uomo ebbe un’idea geniale. Inventò il “gioco della dama”. Il gioco consisteva nell’immaginare che in mezzo a loro ci fosse una dama d’alto rango, di fronte alla quale ci si sarebbe dovuti comportare in maniera degna della sua nobiltà. Tutti accettarono di costruirsi questa fantasia. Un po’ per volta, a forza di vivere alla presenza della nobile dama, avevano ripristinato la civiltà e si resero conto di essere salvi. Questa vittoria della mente sostenne i prigionieri fino alla fine.
 Mi sembra davvero una bella storia. La comprende bene chi cerca  di tenere alto il morale in una s

Sbagliavano da professionisti

Lei pretendeva che lui le leggesse nei pensieri. Abbozzava ogni gesto, ogni discorso in attesa che lui terminasse quanto già iniziato, pena il distacco, l’incomprensione e la freddezza. Non lo faceva per gioco o per distrazione ma era una esigenza profonda. Era il suo modo di intendere l’amore, l’intesa e la complicità. Nonostante manifestasse con orgoglio la propria indipendenza fisica e spirituale da lui, intimamente pendeva dalle sue labbra. Perché lui era il suo naturale completamento, sapeva leggere l’alfabeto delle sue emozioni.   A lei piaceva ascoltare, abbandonarsi alle sue parole, le piaceva perdersi tra le sue carezze come un gozzo in mare aperto nel corso di una tempesta impetuosa: uno sguardo, un respiro o un sospiro erano la stella polare, i punti cardinali. Lui aveva i tutti i mezzi per capire la direzione da seguire, era stata lei a fornirglieli. Talvolta lo faceva con disinvoltura, con estrema naturalezza, quasi con facilità, altre volte non ci riusciva, non capiva

Dov'è Alice?

Meravigliosi segreti che appena si affacciano allo sguardo attento. Per ritirarsi immediatamente nell'umido mistero del bosco, dove gli umani vanno a cercare le leggende antiche.  La natura è immaginazione.

Una testa piena di fiori

Quando l'amore è rosso  quando il cielo si spezza in frammenti affascinanti  quando il cuore è una cometa che passa attraverso galassie colorate  quando tutto si espande come una goccia di profumo  allora vedo che sono  allora so di esistere  e tutto questo sembra straordinario.  

Ogni cosa è illuminata

E andare incontro ai pensieri che tra gli alberi  regala il vento. Teso l’orecchio, fui portata a dire: non parlatemi di Dei nell’ora del bosco, né di cristalli magici, né di campi di forze orchestrate da potenze occulte. Lasciatemi il piacere dell’ombra muta delle fronde carezzata dalla brezza ignuda quando è calura. E che sia il sole in persona, senza manto regale, a risvegliare il sogno nelle cosce così che io mi avventuri sul sentiero della mia finitezza con il sorriso innocente del bambino.

Les petits lacs de l'amour joyeux

Oggi il bisogno di "diventare se stessi" appare sempre più rilevante.
 A volte un passaggio importante di questo processo consiste nello "smettere di essere se stessi" per trovare parti di sé ancora sconosciute.
 A volte sono proprio abbandoni e dolori strazianti a costituire le premesse di una svolta. Così appare a posteriori.
  Guardando avanti è sempre la speranza in una felicità più grande, quella che ci mette in moto.

Orgasmo

È accaduto. Ho perso la cognizione e la consapevolezza dei miei sensi, dopo che questi si sono tesi e poi tesi ancora, fino a spezzarsi e deframmentarsi a tal punto da smarrire ogni congiunzione con la realtà (che strano effetto sentire il vento fischiare ed insinuarsi nelle sottili e taglienti fessure della tensione): udito, tatto, olfatto, gusto e vista si sono annullati in una sorta di corto circuito. L’interfaccia con il mondo esterno ha cessato di esistere attraverso un black-out del sistema neuronale: la mente è diventata scura ed inconsistente, si è spenta ogni luce dentro e fuori, ed allora sono diventata un opaco e molle grumo di pensiero senza forma, né spazio, né tempo, prigioniera di un dolce annientamento attratto verso il basso da una primordiale forza di gravità. Ed io non ho opposto alcuna resistenza. Le mie orecchie strette e occluse da una morsa fatale di ovatta che smembra ogni suono ricucendo echi mai sentiti che rimbalzano tra verdi valli coperte da

Mare d'erba

Vieni, corriamo 
in questo mare d’erba. 
Scivoliamo leggeri tra i flutti. 
 Sarà lo spartito delle mie canzoni, 
il teatro della tua danza.

Io ci sto!

Beh, penso che la vita viene un po' come uno se l'immagina... voglio dire che uno si inventa la sua vita cominciando a immaginarsela e poi cammina e opera ispirato da quella visione… 
A me piace pensarla in questo modo…
Ovviamente non hai nessuna scienza…
Ma che siamo ignoranti sulle cose di fondo riusciamo a saperlo molto presto…
…Vabbè! Socrate!…
 Camminando, spesso, vengono idee, i desideri creano visioni...
E perché no? 
Io ci sto!

Viva

L’arte esiste per ritrovare la sensazione di essere vivi.
 Allora la domanda è: qual è il beneficio di un libro? 
Farti sentire vivo. Ritrovi la sensazione di essere davvero molto vivo.
 Lo stesso è per la scrittura: perché scrivo? 
Per ritrovare o trovare la sensazione di essere viva, molto viva, piuttosto viva, assai viva.   E anche per farti innamorare di me!      

Settembre

Settembre: il fresco, i cinema che riaprono, le lenzuola  un po’ più pesanti, le felpe leggere la sera. Tutto ciò ci suggerisce  che ogni cosa va avanti, che deve andare avanti in qualche modo. I rituali gesti estivi sono ormai conclusi. Settembre si apre a nuovi gesti e i nuovi gesti generano una strana forma di dimenticanza. In fondo l'essere felici serve ad un sacco di cose (alla nostra pelle, per dire… è più luminosa) ma soffrire non serve  proprio a nulla. Un po’ come le zanzare, a che cosa servono? O le cimici, peggio ancora. Quindi perché ci ostiniamo a soffriggere nel soffrire!? Il soffritto fa pure male. Stanotte c’è una pioggia sottile che bagna ma non bagna, e camminare per i vicoli stretti senza ombrello non è male,  pensando a tutte le persone che ci sono ma non ci sono, proprio come questa pioggia qui.

E viene il giorno

E viene il giorno in cui si capisce che i tuoi sogni altro non erano che una forma speciale di conoscenza.    

Domenica al parco

Al parco la domenica. I ragazzini giocano correndo, le madri scambianoo tra loro commenti e racconti. I padri giocano a pallone, chiamandosi col nome dei campioni.
 Il mondo è bello da vedere. Naturalmente lo sguardo fa le sue scelte. Penso che il tempo è troppo poco. Penso di averne poco ancora e so di averne buttato via molto. Un pensiero che mette un po’ di fretta. Ma io rallento d’intenzione. Fingo di avere tutto il tempo che serve. E immagino di potermi dedicare alle cose che amo senza paure e costrizioni. 
E lo faccio. Ed è piacere. 
E poi lo dico a chi incontro. 
Ma non sono fatta per la vita di mondo, per le cerimonie, per le tradizioni.
 Sono tutta qui, mentre il tempo scorre. E mi attraversa lasciando anche ferite.
 E so fermarmi, un momento, a contemplare il gioco dei bambini sotto le foglie degli alberi del parco la domenica mattina. 


Campi

All’aperto, camminando, penso col respiro e sento che posso cominciare ogni mattina come daccapo, con tutto, col pensiero, le parole. Non più cultura, erudizione, categorie, schemi obbligati, necessità, prigioni… ma pensieri vivi che sorgono ora, qui, così, miei, del tutto miei. E so che posso dirli ad alta voce e ripeterli finché le parole e i pensieri che contengono non vengono masticati, assaporati, ingoiati, digeriti, assimilati e scompaiono per diventare carne e sangue e corpo e movimento e luce dello sguardo. E il mondo è tutto nuovo!