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Visualizzazione dei post da dicembre, 2018

Il previsto e l’imprevisto

Mi viene in mente il Dialogo di un Venditore di almanacchi e di un Passeggere di Giacomo Leopardi. Il Passeggere chiede al Venditore a quale anno del passato vorrebbe che il nuovo anno somigliasse e il venditore non riesce a trovarne uno abbastanza felice da desiderare che l’anno nuovo gli somigli. Arrivano a concordare che ciò che si desidera è un anno di cui si sa niente, un anno a caso. Anche se – considera il Passeggere – il caso non ha trattato molto bene nessuno fino ad ora, e prosegue: Passeggere. …Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero? Venditore. Speriamo. Il grande Leopardi! Arrivo anch’io a preferire una “vita a caso” anche se ho una considerazione migliore del mio passato. Non vorrei io nemmeno ripetere alcuno degli anni passati. Non perché non sia

Corri...

Il tempo vola via...

Stronzi

Di nessun uomo mi ha mai interessato essere stata la prima come invece interessa agli stronzi del mondo antico, ma nemmeno mi ha mai interessato essere essere l'ultima come invece interessa agli stronzi del mondo moderno, neppure mi ha mai interessato essere l'unica come invece interessa agli stronzi d'ogni mondo: a me interessa essere qualcosa di bellissimo custodito con amore nel cuore per sempre: sono una stronza a modo mio ed è la cosa più difficile.

La lepre nella luna

Secondo la mitologia giapponese sulla luna si intravede una lepre. Si racconta che tanti anni fa sulla terra vivessero felicemente e in amicizia una scimmia, una lepre e una volpe. Un potente dio venne a conoscenza di questa grande amicizia tra animali così diversi e decise di verificarla: avrebbe premiato tanta lealtà. Arrivato sulla terra si presentò ai tre amici spacciandosi per un povero vecchio affamato. La volpe e la scimmia, sperando in una ricompensa, si misero a raccogliere bacche e verdure per sfamarlo, ma la lepre continuò a giocare spensierata, perché quella era la sua natura. Allora la scimmia e la volpe le dissero di raccogliere dei rametti per loro e di ammucchiarli e accenderli. Lei li accontentò e i suoi amici la spinsero sul fuoco e la servirono all'affamato vecchio che, colto da orrore per quel tradimento pensò che l'unica davvero leale fra i tre fosse stata la lepre e, come premio, la fece salire fino al palazzo della luna dove le fu resa la

Natale

Il Natale mi deprime e mi rassicura insieme.  Quest'anno lo vivo con una rassegnata rassicurazione.  Puff!!

Altri libertini

Senti amico mio bisogna gettarsi nelle strade senza tante scene o riflettori, bisogna cercare soltanto una frontiera e un limite da scavalcare, bisogna gettare le nostalgie e i retrò, anco riflussi e regressioni, via gli interni i teatri e gli stabilimenti. Si dovranno invece ricercare periferie, ghetti e marciapiedi, viali lampioni e cantinette, anco però sottoscale soffitte e sottotetti, ok?”  PV Tondelli, Altri libertini

Traformazione

Il primo principio della mia esistenza rappresenta una formulazione del principio di conservazione dell'insofferenza e afferma che l'insofferenza dentro di me non si crea né si distrugge, ma si trasforma, passando da una forma a un'altra.        

La mia natura

Essere amati non basta. È più importante qualcuno da amare.  Qualcuno verso cui tendere, sentirsi la tensione dentro le viscere, quella tensione non risolta mai del tutto.  C’è chi quando sente diminuire quella tensione appena un po’ molla la presa e si volge con mente e corpo altrove. Inevitabilmente poi quando si ama e magari si è ricambiati e la relazione prende forma quella tensione svanisce in una nuvola di fumo. C'è chi cerca per una vita di spazzare via quel fumo e adagiarsi così e chi cerca di nascondersi dentro quel fumo.  La mia natura è decisamente la seconda.

Cattivo sangue

La vita è la farsa dove tutti abbiamo una parte. Arthur Rimbaud

Tu

Qui vicino a me. Non come amore, né come amante. Avrei davvero bisogno di una persona come te. Tanto bisogno.  E mi manchi.    

Diversi

Sentirsi diversi è bello.   È questa la molla che ci spinge verso nuove esperienze.  Sentirsi diversi.  Entrare in contatto con altri strati di noi stessi, finora sconosciuti.  Poi piano piano, la reiterazione delle emozioni e dei gesti, smussa le differenze e tutto se va.

Werther

Quante storie d'amore finiscono nonostante mesi o anni prima le stesse persone si siano promesse amore eterno. Quante storie d'amore iniziano ogni giorno. In fondo capisco il dolore, la sofferenza e i pensieri di chi vuol farla finita. Quando si ripone noi stessi in un'altra persona e poi questa decide di non star più con noi il mondo ci cade addosso, ci sentiamo perduti, soli. Non quella solitudine che si prova quando siamo soli e a magari non si ama nessuno, quella solitudine dentro, che ci attorciglia le budella, ci buca l'anima, la solitudine diventa una gabbia, non una opportunità di incontrare altre persone. Bisogna però comprendere che al mondo ci sono milioni di persone che ci possono far felici e con cui possiamo condividere le nostre emozioni. Questo è un dato di fatto, nonostante quella solitudine lì che bisogna superare. In fondo Werther è stato uno stupido ma se Goethe non lo avesse fatto soffrire e morire sarebbe stato un personaggio noioso.

Mattino d'autunno

Talvolta al mattino sono serena...

Riflessioni su Aristotele

Spesso sono divisa tra la notte, il cuore della notte, ed il mattino. Questi sono i due momenti del giorno che preferisco: lotto tra la staticità e la lentezza della notte e la dinamicità del mattino Il mio animo è ben rappresentato dal quel quadro di Magritte in cui si vede un paesaggio notturno sotto un cielo diurno chiaro e luminoso. Vivere per sempre in un ipotetico mattino è però anche una condanna perché quando si ha tutto per possibilità è difficile prendere decisioni e intraprendere una strada ma in fondo questo è l'unico modo per mantenere accesi la fame, il desiderio e l'attrazione. Mi piace allora immaginare il mattino con il sole che sale, il pane caldo e buono e agire senza pensare, senza pensare alle cose, senza spingere niente e nessuno per lasciare che tutto si muova per passione e vitalità: forse questo intendeva Aristotele quando aveva immaginato che il Dio muovesse ogni cosa non spingendola ma attraendola, immagine bellissima assai nota a chi è

Oblio

Tutto finisce, tutto passa, l'acqua scorre e il cuore dimentica Gustave Flaubert

Idea

Per come ti scrivo, per come ti penso forse un po' di amo. Amo l'idea che ho di te, forse amo quella più di te. Comunque mi piace amare le idee. E tu sei una bella idea.    

Sospesa

Non so come definire il mio stato d’animo adesso. Posso dire di stare bene? Non credo. Ho pensieri ossessivi? Credo di essere sospesa, come sempre. Forse la mia salvezza (temporanea) sta in un certa disciplina che devo applicare alla mia vita. Giorno dopo giorno. Ore, minuti, secondi. Vivere prima di morire, meglio di morire prima di vivere. Decisamente.

Età

Molti mi dicono che sembro più giovane.  Confesso che un po' mi fa piacere ma non gli do troppa importanza. In ogni caso da un po' mi sento addosso il tempo che passa. Io non mi sento né più giovane, né più vecchia, non credo che sentirsi di una certa età abbia molto senso: la mente non ha un'età anagrafica. La mente "è" e basta, esiste dentro di noi fuori dal tempo e quasi mai è in armonia con il corpo che possiede.

Riflessione

Io vivo di perfezioni provvisorie.

L'avventura di due sposi

Ho letto il racconto "L'avventura di due sposi" di Italo Calvino. Sembra che apra una speranza nella coppia, nonostante tutto. Ma è una speranza tiepida e triste, quasi rassegnata, una speranza in bianco e nero, senza colori. Descrive così bene il paradosso della quotidianità: la vicinanza reiterata ogni giorno che inesorabilmente implica un allontanamento tra uomo e donna. Al primo è riservata la notte ed alla seconda il giorno e la condivisione è occupata dalle incombenze spicciole. Solo il tepore del letto ci lascia pensare ad un varco... chissà.

Mémoires d'un fou

Se mi buttavo nell’erba e guardavo gli steli piegarsi alla brezza, e l’onda battere la sabbia, ecco, pensavo a lei, rivivevo nel cuore ogni suo passo, ogni suo gesto, ogni sua parola. [...] Sarebbe dunque questo, l’amore? Una «cosa mentale» che si alimenta al fuoco dell’immaginario e chiede aiuto ai balsami della memoria per non corrompersi in cenere? E, se così è, voler bruciare a quel fuoco, pretendere di scaldare a quel fuoco, e illuminare, le proprie grigie giornate, non comporta il più fatale dei rischi?   Gustave Flaubert,  Mémoires d'un fou