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Visualizzazione dei post da giugno, 2019

Caldo

Oggi il caldo mi dà una sensazione di infinito, come se il calore del sole non dovesse finire mai. Il caldo blocca il tempo, lo fonde con la mente e vi si incollano gli attimi. Ogni sensazione rimane appiccata a se stessa in un vortice senza inizio, né fine. Rischio di impazzire se penso che per una piccola inclinazione dell’asse terrestre si susseguono, una avanti all’altra per millenni, le stagioni, il caldo ed il freddo, la brina e la pioggia. Si susseguono, appunto, ogni giorno non è mai uguale a se stesso. Nonostante ciò so che dimenticherò il caldo di oggi. Sarà una giornata d’estate come tante altre, una delle tante. L’infinito dei giorni si correla all’infinito calore del sole e l’uno annulla l’altro, generando dimenticanza e perdita. Il canto delle cicale fuori mi riporta alla realtà: non c’è cosa più finita di una cicala. Un insetto che si sente ma non si vede ma che muore in poco tempo. Il canto delle cicale non è costituito da una sola cicala, non riesco a

Giochi

Che ogni cosa fiorisca del tutto naturalmente, come i giochi dei bambini.  

Basta poco, anzi non basta

Aveva riempito gli armadi di cibi freschi e sani. Sulla veranda c’era una sedia a dondolo. Era ancora di nonna. Veniva in quella casa d’estate, da bambina. Quanto tempo era passato?  Ora era il luogo giusto. Sarebbe stato un cambiamento profondo. Quando il passato ti pesa sul cuore, concentrati sul presente – le diceva la nonna. È facile, qui e ora, trovare la gioia e la pace. C’era tutto quel che serviva. Il cielo, il sentiero che si allontanava verso l’orizzonte e i quattro aceri di montagna. Le notizie, ogni giorno erano terribili. Il mondo degli umani era questo. Ma bisognava che la morte assassina non uccidesse anche la capacità di immettere gioia e pace nella vita. Cercare nell’inferno ciò che inferno non è, coltivarlo, farlo durare, alimentarlo. Questo suggeriva il suo scrittore preferito. C’era tutto quel che serviva. Il cielo, il sentiero che si allontanava verso l’orizzonte e i quattro aceri di montagna.  

lettere minuscole

HO CAPITO CHE DOBBIAMO AFFRONTARE IL CAMBIAMENTO,  ESSERE CREATIVI,  PENSARE IN MODO DIVERSO. MA SONO UN PO’ STANCA DEI MODELLI TITANICI CHE CI VENGONO PREDICATI. INSOMMA UN IMPEGNO PER CHI NON È ATTRATTO DAI SUPER EROI. UNA CREATIVITA’ DA VITA QUOTIDIANA IN lettere minuscole.

Psicocena

Serata lenta lenta. Ho mangiato un pomodoro geneticamente modificato enorme rosso rosso tagliato a fette con valeriana verde verde, pepe nero nero ed origano, il tutto accompagnato da Chianti rosso rosso a volontà e olio verde verde. Ma non un verde trasparente, un verde intenso e denso. Poi un pezzo di parmigiano giallo giallo, due noci ed una fetta di melone, di quello arancione arancione e succoso. Mancava qualcosa al mio palato… apro la dispensa di casa mia e agguanto con inaudita violenza due quadretti di cioccolata con percentuale di cacao al 99% nera nera e amara amara. La lascio sciogliere in bocca come un’ostia. Lenta lenta. Contemporaneamente metto sul gas la mia caffettiera da due riempita d’orzo marrone marrone, ricolma. L’orzo quando esce non ti avvisa prima, come il caffè, e allora per precauzione metto sul bricco della caffettiera un paraschizzi e aspetto, paziente. Poi lo vedo eiaculare in silenzio, virile, con tutta la sua potenza, la sua schiuma. Arriv

L'altalena

A che serve andare in altalena? Sento un forte richiamo a impiegare il mio tempo in cose che non hanno a che fare con l’utilità, con un obiettivo, con l’esecuzione di un progetto. Avere l’agenda sgombra e il tempo tutto mio. Per fare quello che mi salta in testa, o lasciarmi sedurre dagli eventi casuali, degli incontri inaspettati. Lasciare che sia il cavallo a decidere il sentiero. È certo una reazione, un tentativo di riscatto rispetto a ciò che vivere per un obiettivo mi ha fatto perdere del viaggio. Ovviamente adoro avere un’avventura, una direzione di marcia, un sogno da realizzare. E mi piace essere operosa e utile. Ma c’è una misura migliore che mi chiama, migliore di quella che ho mantenuto nel passato. E prima di morire voglio realizzarla. Voglio vivere i miei obiettivi dando molto più spazio a ciò che nutre il cuore e la mente e il corpo.

Colori

E io voglio una sinfonia di colori per questo oggi. Idee fredde, sideree, per non addormentarmi nel miele. E un contatto con l'ignoto che non sia di semplici emozioni. Fare, ecco tutto. E mente lucida.

Sera

A volte è a sera che riprende il volo.
 Sfilacciati rivoli di forze intrecciano energie
 e i sogni colorano l’anima di nuove avventure.

Siena

"Prenda i farmaci e non ne abusi. Soprattutto: attento al transfer!" sibilò lo psichiatra, salutandomi sulla soglia della sua magione cittadina. "Tranquillo, Professore" - e lui già chiudeva la porta, tra le devastazioni motorie che i tic gli producevano. Di seguito, traversai viale della Lizza, sul far della sera quasi primaverile e, dopo 995 passi, mi ritrovai in Piazza del Campo, finalmente. Che splendida veduta - e luce improvvisa si spalancava tra i vicoli già ombrosi della cinta senese. C'era gente in giro ma io non la guardavo, intimorito dalle possibili seduzioni che uomini e donne potevano esercitare su quel me che si dibatteva, a detta dello strizzacervelli, tra paure e disabilità affettive. Strano a dirsi, una piccola scrofa che attraversava la Piazza mi tolse di colpo ogni pensiero. La seguii e quella sera la baciai, in Contrada dell’Onda, dentro un nirvana di ciottoli e tufo.

Illogica logica

Di fatto la mia mente predilige la logica a posteriori: prima faccio qualcosa e poi capisco perché l'ho fatto... o comunque ci trovo mille ragioni!

Salvezza

Allora… devo rimediare a qualche cosa. Non mi sento in forma, mi sento piuttosto sformata, non come un pane appena sfornato, tutto profumato. Non so da cosa dipenda, certo il mio stile di vita negli ultimi tempi è piuttosto sbagliato, non mangio bene, dormo poco, penso male, ho mal d’amore. Insomma, faccio tutte quelle cose non si dovrebbero fare. Poi so benissimo cosa dovrei fare o cosa dovrei evitare di fare. Quindi devo attuare qualche buon proposito se voglio salvarmi.

L'ombra del bosco

È tempo di seguire il rio all’interno del bosco, 
sospeso tra il timore e la meraviglia, 
in cerca di qualche tesoro che le ombre hanno celato 
allo sguardo indaffarato dei passanti

Gaudì

Era il 1926. Vagavo fantasma tra le varie città d’Europa. Ero in punto di morte e lo sapevo, vita passata, aspettavo di traslocare nel posto strano dove oggi mi trovo. Eccomi qua, infatti, dentro un giallo disperso. Credevo, allora, di farmi anima ed emozioni e, invece, eccomi, sono corpo, esigenze materiali da soddisfare con somma difficoltà. Sono ciance, queste, lo so: non interessano nessuno. Dicevo: in quel periodo gironzolavo, aspettando lo spirito, non mangiavo e non bevevo, mi nutrivo di oppio e di sogni. Un giorno, percorrendo il Passeig de Gracia, in piena Barcellona, assistetti a un fenomeno strabiliante: un uomo cadde sotto un tram, il tram non frenò nemmeno per scherzo e triturò l’uomo letteralmente. Passato il tram, la massa informe si rianimò, si fece forma di forme e onde tonde e rotonde e volò nella natura. Poco dopo, interrogando gli astanti, capii che era morto Antoni Gaudì.

Sapere

L’unica cosa che so è di non sapere. …e  non ne sono neanche tanto sicura.

Concretezza

Concretezza... Un po' ce ne vuole, di concretezza. Quella concretezza un po' ovattata a forma di giaciglio dove scaldarsi e chiudere gli occhi senza nessuna paura. In fondo aspiro a questo. A un punto di riferimento con la giusta (ma non troppa) componente di concretezza ma anche con tanti satelliti che apportano quell'effimera e sospesa immaterialità necessaria ad una vita.  Anche l'inaffidabilità però mi piace. Un'inaffidabilità complementare alla concretezza ma non meno necessaria.  Non tutti però possono permettersi quell'inaffidabilità  e allora scattano le frustrazioni e le mortificazioni dentro e fuori dal corpo. Com’è difficile raggiungere un equilibrio.    

Sogni

Stanotte ho sognato un vecchio saggio, con il volto di James Hillman, che mi sussurrava all'orecchio: "Tratta tutte le cose come se avessero un'anima!". ... Sto facendo le pulizie di casa….

Ragazza nel sonno

Ogni giorno della nostra vita ci capita una cosa davvero strana. Chiudiamo gli occhi, dimentichiamo ciò che ci circonda e ci mettiamo in viaggio verso un mondo fantastico. In questo regno immaginario possono capitare cose straordinarie, orribili, meravigliose, impossibili. Alla fine riprendiamo coscienza, apriamo gli occhi e continuiamo a vivere come se non fosse successo niente di particolare. Eppure…

Pensieri

Nutro la mia mente di pensieri audaci. Voglio coltivare quel pezzo di vita che è stato affidato a me.

Il lampione e la luna

Ora è rossa, su nel cielo,  questa luna incantatrice.  Il lampione è un bianco velo,  sembra tinto di vernice.  Si vergogna al suo cospetto:  lei pulsante innamorata,  lui è freddo, circospetto,  ma ha già l’anima incantata.