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Le petit chat qui voulait grandir

Attraversata dal tempo, sento l’immensità di un mondo cui non posso volgere lo sguardo senza inciampare nella meraviglia. Ed io che sono?, mi domando, e subito fuggo via dall’abisso di un simile quesito e mi piego, rapita, sul tarassaco dentato, che conosco, sulla piantagine maggiore, che allarga le sue vele generose e sul luppolo che tenero si arrampica tra i rami di un bosso rigoglioso. Errante in questo sogno antico, invento le mie favole, a piacere, con l’aiuto benevolo e garbato di una piccola matita.
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Sono io

Al risveglio la giornata sembra una grande pianura da attraversare. Spazi immensi, invitanti. Ho un viaggio da intraprendere. Voglia di avviarmi.

Una panca per riposare

La mia vita mentale ha bisogno della passeggiata in solitudine nel parco, sui monti, in campagna, lungo la riva del mare, non meno di quanto ne abbia bisogno la salute del corpo. Ho bisogno - e desiderio - di riconnettermi con i processi naturali dell’espressione, dei processi espressivi liberati dalle costrizioni.      

Cerchiamo di chiarire

E allora la fiducia nella vita non è solo il sentimento dei momenti paradisiaci dell’estasi e della pace, ma diventa fiducia anche di ciò che ti sbatte fuori dalla pace e dall’estasi – fiducia in quella smodata ambizione che ti fa abbandonare l’armonia per tentare le strade caotiche e scomode della navigazione.    

La ricerca della felicità

E c'era quel parco dove mi piaceva andare a leggere i libri e a raccogliere i pensieri sul mio quaderno. Niente di più gratificante! Avevo immaginato - anzi l'avevo fatto - di trasferire lì, all'aperto, nelle belle giornate, gran parte del mio lavoro. Tutto quello che si poteva fare camminando. Ed era davvero molto più di quanto avevo immaginato. Mi ero regalata, così, uno studio immenso e vivo, con il cielo per soffitto e spazi immensi profumati, e pareti che respiravano poesia. La piacevole solitudine della natura e quel silenzio che silenzio non è per l'orchestra di voci dolcissime che la natura esala. E ogni tanto qualche incontro di altri camminatori, che è gente con gli occhi spalancati alla meraviglia.    

Nidi di airone

Rintocchi di campane. Mattina presto. Una mattinata d’incanto. Sole caldo, aria fresca. Come mi piace. E camminata lenta, in mezzo ai campi. Ho incontrato un fotografo amatoriale. Mi ha parlato di nidi di airone. E gli si accendevano gli occhi nel farlo. Vorrei esserti di sostegno, quando incappi nella pesantezza dell’essere. Perché anch’io ho bisogno di sostegno. Ho bisogno di un colpo di coda della vita. Un soffio del vento, un battito d’ali, il sorriso di un amico. Perché viene per tutti, ripetutamente, il momento in cui sembra che tutto sia inutile. Allora io cammino, al sole, all’aria fresca. Penso solo ai movimenti del corpo. E mi accorgo che già essere al mondo è una gran cosa. Che guardare e vedere è una gran cosa.
Ma, subito dopo, una voce dentro mi dice che non basta. Che non me la devo raccontare. Grata, sì. Tutto quello che sono e che ho è miracolo. Ma non me la devo raccontare: non basta! E allora faccio sogni agitati. In cui litigo con qualcuno. E mi sveglio con la voglia

Sono io

Non sono portata per le cose esoteriche. Ma ero piena di stupore e, razionalmente, cercavo di limitare la presunzione della ragione. In maniera da lasciare libero spazio all’imprevisto, alla sorpresa, alla meraviglia.  Mi piaceva perfino abbattere le rigide barriere dalla razionalità argomentativa.    

Una storia

Avere una storia è certamente essere protagonista piuttosto che spettatore.
 E questo già è una faccenda decisiva. 
Però c’è altro.
 Avere una storia é trafficare con gli eventi in vista di qualcosa che, pur non essendo chiaro, è un richiamo irresistibile. Forte. Perché c’è dentro qualcosa della tua essenza e del tuo seme.
 E trafficare con gli eventi è una storia quando nella tua anima e nel tuo cuore c’è un desiderio a cui dai ascolto. E tu dici: diavolo!, che mai farò?Forse resterò in eterno all’ombra di questa porta? 
No io voglio cercare me stessa nelle cose che capitano e questo è il mio criterio. E ci darò dentro, anche a costo di graffiarmi le braccia. Anche a costo della vita. Perché una storia, la mia storia, è qualcosa per cui si può anche morire.  Ma io vivrò e avrò la mia storia.

Il piacere del caso

Artemide vestita da ciclone 
 I lupi che chiedono la luna
 La bionda Primavera non espone
 La notte è diventata cupa e bruna. Questo ritmo è per voi
 Questo ritmo è per noi    

Hide and seek

Voglio trovare nuovi modi di guardare alle cose con cui traffico ogni giorno? La solita visione non è l’unica. Lo so e lo desidero. Voglio una sorsata di giovinezza scaturita da uno sguardo nuovo. Più dentro, più oltre, più sopra. E anche fuori dalle solite filosofie. Quanto tempo ci vuole alla mente per evolvere? Guardo l’universo. Qualcosa che non conosco sta facendo qualcosa che non so. Avverto tutto il pathos di questa posizione. E tutto lo stupore dello sguardo di un’intelligenza che non si vuol perdere lo spessore del mistero, mentre spinge avanti l’occhio per afferrare qualche frammento di luce. Tutto il sapere che ci siamo costruiti appartiene ad uno spazio minimo di consapevolezza. La vita appare come un semplice aperitivo di se stessa. E l’amore come il vagito di ciò che aspira a diventare. Anche se si mostra pesante e pensosa, tutta la nostra saggezza è erba bambina. E le nostre facoltà, i nostri talenti, chiedono di essere liberati dalla zavorra più che riposare su archivi