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Dance

Pensare e fare. Mi piace il pensiero. Preferisco i pensieri ai lunghi ragionamenti. E amo pensare saltando di palo in frasca, guidata da libere associazioni ed eventi casuali. È  questo il modo in cui avviene la mia ideazione delle cose. Non è un lavoro a tavolino è danza, per dare una forma bella alla vita!  
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Tagliatelle e fuoco acceso

Il mio giovane amico che abita vicino a me, Diego dice che un artista è uno che vede un tramonto anche quando non c’è. Rifletto un momento su quanta parte del mio tempo io passi a immaginare cose che non ci sono. E che pure diventano così presenti che tutto nel mio corpo e nella mente e nel sentire ne viene influenzato. A questo potere dell’immaginazione io devo la maggior parte della mia vitalità.  

Chiacchierata con uno sconosciuto

A volte è più facile condividere i propri pensieri e le proprie esperienza con uno sconosciuto che con il prossimo.      

Il Cielo è nel cuore

Tutto sta germogliando nel bosco.Ci sono scoiattoli e merli. Eppure, anche in questa bellezza, so che il mondo è attraversato da tanto male. E – a pensarci bene – anche la vita del bosco è tutto un ciclo di mors tua vita mea: le cose si mangiano a vicenda per alimentare la propria vita. Si crea nella mia mente un paradosso che la paralizza. Come se non sapessi se ho il permesso di essere felice o dovrei piuttosto appiattirmi a terra sbigottita.
 Se è questa, però, l’alternativa, preferisco essere felice. Anche se il pensiero non riesce a darne una ragionevole giustificazione. Allora penso – nel bosco – che il Cielo, più che nelle cose, è nel cuore dell’uomo. È al cuore dell’uomo che la vita sta a cuore. Se un mondo migliore nascerà, dovrà scaturire di lì.
E allora mi rianimo e cammino, perché voglio fare energia. Serve energia per creare attorno a me qualcosa di più bello, più buono, più vero. Penso – nel bosco – che si continua a parlare, là, nel mondo, a poche centinaia di metri, di

Punta alla luna

Oh sì, è meglio avere aperto le palpebre su questo scenario. E aver sentito tutto quello che hai sentito. E aver provato ad immaginare. E aver messo alla prova i propri talenti nell’interpretare le cose, e nel cercare con loro un’alleanza. È meglio averci provato a lasciare in eredità le tue piccole conquiste. E aver ricevuto in eredità un sacco di conquiste. E aver immaginato che i propri sforzi servissero a qualcosa. E aver guardato con curiosità e stupore negli occhi dei nostri figli. Ignari forse gli uni degli altri, ma comunque intrisi d’amore.
 E aver pensato che forse siamo solo ai primi passi di qualcosa che appena si annuncia.
E aver accettato la pazienza. Anche l’attesa. E la transitorietà di ciò che ci sembrava valere un’eternità. Da ragazzina credevo fosse più semplice. Ora è un po’ diverso. Ma è possibile recuperare l’innocenza. Ricominciare. Provare ancora a inventarsela la vita. A immaginarla come più piace. E fare come se…

Che sta capitando?

A pensarci bene sono un paio di decenni che mi faccio questa domanda.
 Che sta capitando?
 È forse un buon segnale del fatto che avverto che sta capitando qualcosa.
 Un sacco di gente pensa che non stia capitando niente .
Vuol dire che la percezione si è addormentata. Forse mangiano troppo. Forse bevono troppo. O si fanno troppe canne. 
I carrelli pieni al supermercato. Riusciremo a smaltire tutte queste provviste? C’è rischio di ingrassare il cervello? E di annacquare i sogni che ci abitano?   Io impazzisco ogni volta che la vita mi ripropone questo tema. Che cosa sta capitando? Impazzisco di eccitazione. Perché il mio cuore desidera che il tempo partorisca se stesso. Che vengano alla luce i polloni che sono racchiusi nel suo grembo. E che si possa scoprire qualcosa di più di questa vicenda straordinaria che è la nostra vita sul pianeta Terra.    

La tua innocenza

Vibra il tempo, esce da niente, 
strada piena di luce, stamattina, 
desiderio intenso, anzi struggente
 rofumato di rosa alpina

Il segreto

 Le cose che non conosci cambieranno la tua vita.    

Col sole in fronte

Qui sta piovendo a dirotto. Aprile non è stato “ogni goccia un barile”, ma, di certo a Maggio “non è bastato un assaggio”! Se si vuole il sole bisogna inventarselo. E viene bene scoprire che sognare è quasi come un film: non a guardarlo, ma a produrlo, crearlo, inventarlo. Per goderselo, appunto.  Insomma, assomiglia a un atto di autoerotismo.  

I gesti dell'infanzia

Io credo che tutti desiderano la libertà di tornare ad essere come da bambini. C'è qualcosa in quei gesti che ci riporta a una primigenia indipendenza da qualsiasi costrizione.
 E questo ci consente di recuperare uno stato nascente, un primo giorno dell'universo, uno svegliarsi alla vita per la prima volta.