Sotto l’acqua ben nascosto
c’era un mostro grosso e tosto.
Io pescavo dalla barca
pesci piccoli e una scarpa.
Il mio amico Ferdinando
pesca sol di quando in quando.
Poi un’ondata dispettosa
ci sconquassa senza posa.
Noi caschiamo dentro il mare,
chi mai ci potrà salvare?
Ma pietoso il bel pescione
ci trasporta sul groppone.
Noi arriviamo al bagnasciuga
e scopriamo ch’è un’acciuga.
Lavoro al testo, con la musica. Miglioro. Un soul che esce dal corpo. Pulsa il tamburo nel cervello e il giorno nicchia tra le nuvole: respira caldo malgrado l’ombra e la foschia. Meglio col passare delle ore e forse esco. Non al raduno. No, non alla festa. Troppe parole, oggi, laggiù. Oggi voglio parole di silenzio: sanno di caramello. Un'insalata per pranzo mi lascia leggera a sentire il ritmo della vita. E seguo il volo dei pensieri attraversare gli spazi. La bellezza di andare. Penso. Insopportabile essere trattenuta. Intollerante, strappo la pelle dai rovi e sogno il vento. Bisogna scappare dice lo spirito, e vuol dire semplicemente che bisogna andare. Andare è il modo dei cavalli e degli umani. Ho imparato a fare, strada facendo. La casa stessa si crede vascello. Scrivo in piedi ad alta voce, calibrando il fiato come nel canto. E canto, in effetti, come un poeta che sta bene nel mondo solo passandoci attraverso.