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Visualizzazione dei post da luglio, 2019

Due amiche ai giardini

Con il sole che troneggia  
le due amiche vanno a spasso 
pei giardini della reggia  
di Cianesco a Campobasso. Sono allegre e stanno a dire 
 degli amori che hanno avuto 
 un po’ allegri un po’ a soffrire  
com’è giusto e risaputo. Ora pensano al futuro 
 che le aspetta lì davanti,  
assomiglia forse a un muro  
ma lo affrontan tutti quanti. Noi siam donne, dice Ornella, 
Siamo audaci e siamo forti.
 I mariti, questa è bella,   
a quest’ora son già morti. Con le bocce e la canasta  
non si vive a lungo sai  
 l ’hanno preso proprio in tasca, 
 l’han voluta, non son guai.  Noi sian libere e creative, 
 tutto il tempo abbian per noi, 
 siamo belle, siamo vive, 
 godi e ridi fin che puoi. Forse è meglio che il sistema 
 dalle donne sia guidato, 
 questi maschi fanno pena, 
 sono mosci, non han fiato.

Tutta l’energia del temporale

Ad ascoltare meglio, con la finestra aperta, le sorprese del tempo, questo luglio, ad ascoltare meglio, a volte, sono stata incantata dall’energia potente del temporale, e della pioggia, e dei colori vividi, assai carichi – il verde delle piante, il rosso dei gerani – e quel rumore d’organo, continuo, che pare una carezza sul plesso solare, e il tuono e il lampo improvviso, e la minaccia sospesa a mezz’aria, e poi lo slancio delle potenze che abitano il pianeta… Ho pensato che la vitalità del temporale è quella dei poemi epici, quella di Achille sotto le mura di Troia, o di Giasone, o di Teseo, e anche quella di Medea nella sua folle spietata disperazione. C’è potenza nell’epico. Il cuore si spaventa, ma poi diventa audace e può immaginare imprese che la bella stagione non suggerisce.

Per te

Sei una forma di desiderio inespresso, ammezzato, mozzato; un desiderio senza nome, affondato nelle parole, un desiderio senza tempo, né spazio. Una forma d’amore non contemplata nei manuali d’amore. Uno di quegli amori che ci vergogniamo a raccontare in giro, un amore che ci teniamo dentro, che non possiamo manifestare, un amore senza appigli, senza radici, un amore nato in luogo di cui neppure noi conosciamo l’esistenza, un amore flebile come un guaito di un cane nella notte. Un amore dove non c’è nulla da imparare o da sfogliare un amore scuro, senza caratteri. Un amore che secondo i più incarna la negazione dell’amore.

A scuola di teatro

Alessio : Noi, qui, sul palcoscenico, facciamo bene quelle stesse cose che fuori la gente recita male. Elena: E questo che mi ha spinta a entrare nella scuola di teatro: imparare a recitare bene la vita. Alessio: I dialoghi per esempio. Là fuori, sono sempre impacciati, infelici, senza brio e mordente… Qui, impariamo a farli bene…  Elena: Qui impariamo a prenderci cura delle nostre espressioni. Alessio: Il teatro è una scuola di vita. Impariamo a dare alle nostre emozioni un’espressione adeguata.  Elena: Soprattutto, impariamo a sognare. I sogni sono illusioni, ma le illusioni sono per l’anima come le ali per gli uccelli: la sostengono, la fanno volare.

La vitalità degli alberi

Gli alberi, si gli alberi. 
Ci sta bene vicino.
 Fanno parte di me.
 Quante cose ho pensato e sentito in loro compagnia! 
La vita è viva.


Avventure

Ecco una bell'avventura.  Enrica aveva deciso di collezionare una lunga lista di cose belle ed errava per le le città e le campagne a fotografare ciò che nutriva la sua gioia di esistere. "Voglio prendermi cura della vita che mi è stata regalata", diceva, "perché dovrei lasciarla inquinare dalle brutture? Il fatto che esistano non comporta che io me ne debba nutrire. Quando vado a funghi nel bosco, scelgo quelli buoni e lascio perdere quelli velenosi". Lei ragionava così.

Cos’aveva ordinato?

Seduta al bar, cos’aveva ordinato? Scelse di fissare le nuvole senza pensare a niente, lasciandosi assorbire dal gioco del tempo. Cos’aveva ordinato? Andrea orma i se n’era andato. E lei non voleva soffrirne. Non voleva per nessuna ragione al mondo soffrire nuovamente quelle stupide pene d’amore. Cos’aveva ordinato? A me piace scrivere, pensava, e immaginava di battere con destrezza e ritmo giusto sulla tastiera del suo Mac. Cos’aveva ordinato? Il dehors del locale era grazioso, attraversato da una luce naturale soffusa, filtrata da tendine bianche. S’intravedevano i tigli adulti e posati che sbucavano da grosse ferite circolari dell’asfalto, lungo il viale. Cos’aveva ordinato? Pensava di consolarsi con il piacere della scrittura. In fondo, l’unico amore costante di tutta la sua vita. Andrea, beh, come gli altri, poteva restare un passeggero del suo cuore. Che, come gli altri, l’aveva calpestato come uno zerbino. Cos’aveva ordinato?

Immersa nel sogno

Forse è dai nostri sogni che scaturisce il mondo.   Le cose e gli eventi non sono che inviti a continuare a sognare. Il desiderio sostava tra i tuoi abbracci, nelle lusinghe del tramonto.   Un’onda anomala d’energia rinnova lo sguardo.   I piedi danzano impazienti. Spogliarmi di tutte le dottrine e ritrovare il linguaggio vergine, fanciullo.   Sostare nelle terre di confine.   Respiro con gli occhi il profumo delle tue forme e sono subito ebbra.   Sulla tua bocca, sapore d’albicocca nel momento in cui si schiude al sole.

Ansia

Ricordo una notte d’estate nera nera. Io distesa sul letto con il mio pigiama. Io, il mio pigiama ed un ronzio più nero della notte. Fuori un silenzio quasi da camera anecoica. Un silenzio mai udito, ammesso che il silenzio si possa udire.Una zanzara era entrata nella mia camera, volava invisibile intorno a me, le sue ali come carta vetra sfregavano contro quel silenzio e lo affilavano e sentivo le lame taglienti di quella notte adagiarsi sulle mie vene.Dovevo togliere di mezzo quella zanzara, ma come? Ne avevo solo una percezione lontana, nonostante quasi mi sfiorasse non ero in grado di vederla. Improvvisamente il ronzio cessa, si era posata da qualche parte sul mio corpo ma non avevo la più pallida idea di dove fosse. Era troppo delicata, volatile ed impalpabile.Eppure proprio in quell’istante stava affilando il suo pungiglione pronto a trapassare la mia pelle e succhiare il mio sangue. In fondo faceva il suo sporco mestiere di zanzara ed io dovevo necessariamente schiacciarla.La

Tramonto

Lei diceva: non accontentarti!  Sii felice di viaggiare, felice della tua avventura. E sii ambizioso. Non rinunciare mai a ciò che tu sogni. Lo diceva al tramonto. Voleva che restasse dentro la carne.  

Il senso della vita

Jodorowsky dice che la vita non ha senso. La ricerca del senso della vita è una faccenda intellettuale. La vita è tutto fuor che intellettuale. La vita bisogna viverla.  Io penso che la domanda sul senso della vita abbia anch’essa il suo posto importante nel vivere la vita. Per questo motivo non ci si deve sbarazzare così frettolosamente di una domanda che ha le radici nel più profondo di noi. Si può cercare di capire il senso di questa domanda, che non si accontenta certo di una risposta concettuale. Quella domanda vuole sentire (il “senso”) la presenza di qualcosa che rende la vita veramente vivibile. Vuole sentire che la vita è buona, che l’ama, che la nutre, la sostiene ed è pronta a sconfiggere tutte le sue paure. Qualcosa che è in grado d’infondere fiducia e slancio creativo, invitando alla creazione quotidiana dell’essere. Poiché questa garanzia non è immediatamente presente, poiché si presenta di primo acchito come un’Assenza, ecco la domanda, che non è solo domanda di sap

La buona morte

Zio Tonino, detto Tati, 
 vi dirò come morì. 
Un mattino in mezzo ai prati  
molto presto lui partì. 
 Con il sole all'orizzonte 
 una musica ascoltò: 
 gli fluiva nella mente ... 
 e con essa se ne andò.  
Così quello che alla gente, 
 giustamente, fa temere  
per lui, allor, senza far niente,  
fu un momento di piacere.

Incanto

Passeggiare sulle Scotland Highlands guardando il mare. Ricordare che il mondo é più grande da qui. Lasciare riecheggiare le grandi domande a cui non si ha risposta. Lasciarsi sedurre dall'incanto ... E rinforzare i polpacci.

Sognatori sugli scogli

E penso a te, caro amico, mai incontrato, mai toccato. eppure presente, eppure amato. Per te furono creati tratti di sogno, tratti di colore e fosti tu a dare alle gambe l'energia del moto e al cuore l'audacia di procedere senza cadute.

Bufali al pascolo

Brucano ignari nella docile tranquillità del pascolo, affidati alle risposte d’istinti antichi, semmai un rumore improvviso desti loro il sospetto.