E immaginavo Ulisse nel suo viaggio verso Itaca. Dieci anni? È tanto? È poco? È quello che è. Tu vai verso Itaca, ma intanto esplori il mondo, la vita. Aderisci agli eventi, quali che siano gli dei che si danno da fare. E ascolti il canto delle sirene, avendo cura di farti legare all’albero maestro. E ti lasci incastrare da Circe, ma senza chiudere il cuore alla nostalgia. Oh, Nausica, com’era dolce il tuo sorriso… Si va, verso Itaca, ma intanto si esplora il mondo, la vita. E non smetterò mai di meravigliarmi. Se potessi dirlo con le parole della poesia! Perché, infatti, tutto è musica. Tutto è sogno. Il mondo che c’è fuori di qui, il mondo tutto da esplorare, tutto avventura e conoscenza, è già presente nella mia anima e mi porta fuori dai confini stretti del presente. Ma nel veleggiare verso Itaca, io aderisco al presente, alle onde di quel che succede, là fuori e qui dentro. Essere qui, nel presente, e bruciarlo come legno da ardere, per fare luce nel veleggiare verso Itac