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Visualizzazione dei post da ottobre, 2022

Il sorriso

Era tanto tempo che non vivevo l’esperienza di questo sorriso. Ora ne vedo meglio il profilo. Non è quel sorriso coraggioso che tu spingi avanti per fronteggiare le difficoltà, l’umore che scende, le cattive notizie. Quel sorriso che esprime la tua volontà di andare incontro alla vita per primo. Di fare il primo passo… È quell’altro. Quel sorriso che ti sorge da dentro come un fiore, o come un fungo di stagione, quando cambia la luna, ha piovuto a dovere e c’è stato il primo sole. Il sorriso che viene da sé. E questo sorriso senza sforzo che si presenta come dono. Ti viene da sorridere. È la vita che torna a visitarti. Sembra dirti che aveva avuto delle cose da fare nel frattempo, che era stata molto occupata. Ma è come se ti stesse prendendo in giro. Come se avesse orchestrato tutto lei, da tempo. Per condurti a questo punto. E ora, quel sorriso, è come il premio. Il dono. La festa. E, ora che una nuova alba ha occhieggiato nella mia avventura, risorge, fresco come un ragazzin

Le scommesse

La vita non è poggiata sul sapere, ma sulla scommessa – che, in un certo senso – è fede. Il sapere è sempre a posteriori. Viene dopo. Dopo che hai trovato. Dopo che hai ottenuto. Nasciamo ignoranti – ma intraprendenti. E impariamo – prima –ciò che altri hanno imparato. Ma ancora non è la nostra vita. La nostra vita incomincia quando incominciamo a esplorare di persona le nostre proprie scommesse.

Vivi?

Le persone girano per casa, mentre fanno le pulizie, lavano i pavimenti e caricano la lavatrice, e si domandano cosa possono fare di utile. E come possono dare il loro contributo.  Insomma: vogliono essere vivi, che in fin dei conti vuol dire alimentare la vita dentro e darla fuori.    

La figlia del profeta

Allora, immaginiamo un quadro che raffiguri la figlia del Profeta. Fatima, si chiama così?
 Questo è il momento in cui la figlia del Profeta nasce alla consapevolezza della vita.
 Io vorrei sapere quello che le passa per la testa. 
E immagino.
 Il deserto, i tramonti, la sabbia rosa, i carovanieri, le città, il lusso delle piccole corti…
 La vita è una specie di sogno. Una sorta di aperitivo. La vita apre alla vita. Tu sei folle, amico mio – si sta rivolgendo proprio a me!
 E sorride. Sorride pronunciando parole che escono dal cuore del deserto.
 Lei dice: Noi diciamo che è il Dio che ci ha fatto a sua immagine e somiglianza. Il che significa che siamo noi a fare Dio a nostra immagine e somiglianza.
 Il Dio ha fatto l’elefante, la giraffa e la formica. Non si è rinchiuso in un modello unico. Ha fatto tutto quello che voleva fare. Ha provato a inventare il mondo.
Ha inventato un mondo. 
E, dunque, anche tu puoi inventare un mondo. Non c’è niente che t’imprigioni in un modello. Puoi fare

Il diapason

Lo so che ci sono sul pianeta problemi immensi. Mi colpiscono maggiormente quelli che riguardano l’alimentazione, la salute, e la pace.
 Sento – come tanti – il peso della mia impotenza.
 È facile immaginare, pensare e disegnare con la testa.
 Ma la realtà è un’altra faccenda. Ha una sua resistenza. Una sua durezza.
 Ti fa sentire che tu sei poco. Non potendo salvare il mondo con due parole, con uno slancio del cuore e con un gesto delle mani, ho pensato di lavorare all’orticello che mi stava vicino. Lavoro su me stessa. Sfamo me stessa, cerco la salute per me, e diffondo pace nella mia giornata. Forse, così facendo, sarò un diapason che farà entrare in risonanza altri mondi umani attorno a me.  Forse. Chi lo sa?  

L'anima e il tempo

Mi è stata regalata un’anima inquieta, desiderante, mai accontentata da ciò che c’è.
Esplora il possibile cavalcando il desiderio, il sogno. 
È l’anima di Eros e Psiche di cui parlavano gli antichi – credo. Ho un’anima ingorda. Impegnata costantemente a fare i conti con la sua stessa ingordigia. Non ha ancora imparato a coltivare il suo appetito in maniera decorosa. E poi ho avuto un tempo.
 Un tempo da vivere.
 Un tempo che è un flusso di eventi e circostanze concrete. Ho lottato a lungo col tempo e con la concretezza delle cose.Ho lottato proprio per sfuggire ai conti col tempo, per aggirarne con un escamotage il peso e la densità. La viscosità faticosa di ciò che chiamiamo mondo. Poi ho capito che il tempo poteva essere un amico dell’anima e del desiderio.
 Ho imparato a guardare gli eventi con lo sguardo dell’alleanza.
 Ho accettato l’ipotesi che il tempo fosse una grazia. Un nastro trasportatore di opportunità e di insegnamenti.
 Ho cercato di educare l’anima a guardare il tempo c

Appasionatamente

Io non voglio lavorare. Io voglio essere me stessa, esprimermi liberamente e con passione. Trovare nei risultati il riconoscimento della bellezza della mia avventura. Inventare le modalità mie di stare nel mondo così com’è, ma senza esserne schiava. Non voglio che la creatività sia una delle tante scuole a cui mi sottometto. Voglio che la creatività sia la mia avventura, il modo in cui io conduco la mia nave nell’oceano della realtà. Fino alla meta.

Fame

Io penso che tutta la vita è così.
La tua fame non sa di cosa ha fame finché non trova il cibo, la ricetta, il frutto…
La fame segue la legge di Eros, che – secondo il mito greco – è figlio di Penia e Poros, vale a dire: di Mancanza e Intraprendenza.  

A Barcellona!

(Dedicato a Cristiano e Andrea) Mi piace sentirti dire che vuoi andare a Barcellona, iniziare una nuova vita, e mettere su la tua impresa. Hai un buon lavoro, un ottimo stipendio e quello che fai non ti dispiace affatto. Ma tu vuoi andare a Barcellona.
 C’è qualcosa nel tuo spirito indomito che t’impedisce di star seduto comodo e tranquillo sulla tua poltroncina. Ed è proprio questo che mi piace di te. Te lo dicevo nel vigneto. Ne parliamo ancora un po’?
 Era la faccenda di Pinocchio. Sai, ho rivisto il film di Benigni qualche giorno fa. E mi ci son messa a pensare sopra.
 Da ragazzina Pinocchio mi piaceva assai.  
Il libro Cuore mi piaceva anche, ma non come Pinocchio. Pinocchio era un burattino selvatico, insofferente delle regole sociali. E io credo di sapere molto bene quello che vuol dire. 
Collodi e De Amicis – ho studiato – hanno scritto questi due romanzi come romanzi di formazione nel momento in cui si costruiva l’unità d’Italia e bisognava attrezzarsi per comportamenti adegua

Dance

Ci sarebbe anche questa idea: la relazione come danza.  Parlo della socialità pubblica transitoria. Gli incontri casuali sui marciapiedi o al supermercato, per esempio. 
Trasformare queste circostanze in tempo di danza. Scimmiottando i classici minuetti o balli collettivi di un tempo, con inchini, manfrine e segni di rispetto. 
Arricchendo il solito “come va?”, danzare un minuto, con battute appropriate, inventate sul posto, ma a ritmo di danza (che uno s’immagina in testa).    

Amore un corno

Adesso ne sparo una che non mi renderà certo popolare tra gli innamorati. 
Prima però voglio dare il giusto tributo – sincero – all’innamoramento. Forse qualcuno potrà dire che il culmine della sua esperienza è stato il raggiungimento di un obiettivo economico. Lo so che non si tratta tanto dei soldi, quanto della sfida e dell’impegno. È l’eccitazione dell’avventura che riesce. Il tripudio di aver raggiunto un proprio obiettivo.
Ma la maggior parte delle persone che conosco – e io con loro – hanno provato il culmine dell’esperienza del vivere quando sono stati innamorati e ricambiati.
 A fronte di questa esperienza tutte le cose belle della vita sono acquerelli. Il sogno di un amore vero e grande abita i nostri cuori. 
Anche quando il realismo ci fa concludere che non è più l’epoca, la stagione, anche allora resta nel cuore come l’eco di un richiamo fortissimo, ideale. Se domando a molte persone – soprattutto donne – qual è il loro sogno, mi rispondono: l’amore. Un vero amore. Un grand

L'erba e il fiume

Capii in quel modo che per liberarmi e volare avrei dovuto imparare di nuovo a sognare. Lo feci.

Festina lente

Ogni situazione offre molto più di ciò che cogliamo di primo acchito.
 La cura dell’Essere – che è un modo simpatico e appropriato di definire la Filosofia – non scivola via rapidamente sulle prime impressioni. Ma si ferma. Opera intenzionalmente uno sforzo per arricchire la percezione. I ragionamenti filosofici non sono fine a se stessi. Si adoprano per consentire nuove percezioni dello stato delle cose. È – alla fine – la percezione che decide del modo con cui traffichiamo con i dati di fatto. Per quanto i ragionamenti sottili e logici siano da apprezzare, alla fine l’intelligenza deve accettare il paradosso e riuscire a conviverci. Benché in un mondo investito dal cambiamento dobbiamo imparare ad essere flessibili e adattabili illimitatamente, l’impatto del cambiamento non può essere navigato se non impariamo a fermarci in maniera adeguata. Fermarci per pensare, per acquistare consapevolezza. Il cambiamento aumenta la varietà delle esperienze che ci entrano in corpo. Questa varietà

Pensare?

Volevo imparare a pensare Sono convita che diamo troppo per scontato di saperlo fare. Di sapere cosa vuol dire.

Centralità eccentrica

È bello ritrovarsi viva al risveglio e poi, nel corso della giornata, ricordarsene un po’. Essere vivi, presenti, osservatori di una storia infinita è qualcosa di magico, di miracoloso.  Se non sei distratto, assorbito nelle cose da fare, tutto assume l’aspetto di una meraviglia e di un’immenso punto interrogativo.      

Il pesce rosso

Ci vuole un luogo magico, una situazione speciale. Per qualcuno è una stanza, per Luana era una boccia d’acqua piuttosto capace con un pesce rosso che vi nuotava dentro.
Era il suo stratagemma per aprire l’animo ai doni dell’immaginazione. Era davanti a quella boccia che Luana sognava la sua vita.
Era convinta di una cosa. Che la gente sbaglia quando pensa che l’immaginazione sia una fuga dalla realtà, che sarebbe di per sé grigia e prosaica.
L’immaginazione è sì un allontanamento, ma non dalla realtà, piuttosto da quel modo pigro di guardare alla realtà senza alcuno sforzo di fantasia.
L’immaginazione offriva invece il dono sorprendente di vedere le cose e gli eventi avvolte nella meraviglia. L’immaginazione regalava alla vita quell’energia creativa che rende ogni cosa lucente.