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Visualizzazione dei post da luglio, 2022

L'ora del bosco

E questa è l'ora di entrare nel bosco che la favola sarà sorprendente
 nella speranza di scoprire il posto
 dove il tesoro è celato alla gente  che il timore trattiene alla soglia,
 non è il tuo caso, 
no, Dio non voglia!

Al di la dal fiume

Immersione.
 Forse, immersione e deriva.
 La giornata scorre. Io cerco con le mani.
 Dentro è un ribollire.
 È tutto quello che c'è, ora.  

Meglio rimorsi che rimpianti

Non capisco come si possa continuare a prendere le cose continuamente alla larga. Gira e rigira sulle questioni.  Mica dobbiamo riempire un palinsesto! E si tratta della nostra vita – o sbaglio? Insomma, sono convinta che il passo decisivo che abbiamo da fare lo conosciamo benissimo – dentro. E poi ci giriamo attorno. Insomma, mille ragionamenti affinati, e anche sani propositi, generosità a piene mani, compassione, assoluta volontà di non far pagare ad altri il prezzo delle nostre scelte, e via discorrendo… Scrupoli? Sensi di colpa anticipati? Ma che ne dici del motto: meglio rimorsi che rimpianti! Ti sembra aggressivo? Insensibile? Irresponsabile? Ma intanto, con tutto il tuo senso etico, ti condanni a vittima per l’eternità. Non farai mai un passo, in questo modo. Non ti sembra che un bell’errore – uno di quelli pieni di cose da correggere, da migliorare all’infinito – sarebbe meglio di un’eterna tergiversazione? Hai tenuto conto del fatto che alla lunga saremo tutti morti

È tempo di volare in proprio

  – Smettetela di rigirare il vostro passato, di riscriverlo da capo a piedi. È ora di lasciare i vecchi porti. Voi avete dentro un dono. Coltivate quello. Guardate dalla finestra, verso Oriente. Se siete donne, sappiate che anche i vostri genitori, che vi amano tanto, pensano che vi dovete sacrificare. Non credete loro. La vita non chiede sacrifici, ma slancio e coraggio. E se vi siete attaccate a uno stronzo, lasciate che vada alla deriva. Voi avete il cuore grande. Non lasciatevi incatenare.

Un mattino di nome Iorio

Si muove sui treni. Di città in città. Un nome insolito, raro. E particolare era lui. Come di un altro mondo. Tre ore e mezza? Quanto era durato il nostro incontro? Tre ore e mezza, contando largo. Si muove sui treni e forse non sapeva – ma un nucleo vivo e interiore lo sapeva – che lui stesso era un vascello, una nave, un mezzo di trasporto. E io mi lasciai trasportare e ancora veleggio. Sì, in quell’altrove dove riponiamo tutti i nostri sogni più vivi. Non l’ho più sentito. Ma conta?
 Ci sono vie di fuga dal tempo che vanno al cuore stesso del tempo.
 Lui è stato questo, per me, quel giorno. Vie di fuga che portano oltre lasciandoti scoprire che quell’oltre è proprio casa tua. Sei qui, ma non sei di qui. Viandante? Lui si muove sui treni ed era un viaggio anche per me.
 Ora ogni cosa che abbia un profumo, una luce, una musica, un calore, mi ricorda quel viaggio e il suo nome. E l’altrove.
 Non ho nostalgia né senso di perdita. Uscendo dal mio tempo quotidiano, mi ha lasciato il megli

Pensiero bambino

 ... ancora uno e poi basta!.. come le ciliege...  

Fatalismo

Cerco su Google “agenzie di viaggio”. Vediamo un po’…”Jabalì Viaggi”, “Solletico Viaggi”, “Via col vento”. È tardi, lo so, siamo già a luglio inoltrato ma forse riesco ancora a trovare qualche buona occasione. Sono fiduciosa.   No, non è un viaggio per me, non intendo partire, almeno non tutta intera. Mi spiego: voglio mandare in vacanza solo una parte di me. Una parte non indifferente, discretamente importante in certe occasioni, devo dire.   Siamo o no in estate!? E pure lei ha bisogno di disintossicarsi da tutto lo stress accumulato in un anno intero. Se lo merita. Io no, non parto, non sono affatto gelosa, quest’anno abbiamo deciso di fare le vacanze separate, nonostante la sua possessività ma non le dico che è possessiva, altrimenti si offende a morte e non mi rivolge più parola. La cosa in fondo non sarebbe poi tanto male: in questi ultimi tempi non siamo più felici insieme come un tempo, non c’è più passione, unità di intenti, complicità; il nostro rapporto si è appiattito.   Eb

Colazione al sole

La luce infrange con vigore il vetro della finestra e irrompe come un'amante ardente nella stanza. 
E non mi basta il cibo sulla tavola. 
Voglio Bellezza infinita.  

La tua innocenza

È vero, ne ho fatte di cotte e di crude. Se guardo indietro non posso fare a meno di vergognarmi per tutte le volte che non sono stata all’altezza. La fuga, invece di affrontare la situazione. Un percorso tutt’altro che lineare… Eppure, col tempo, un filo rosso collega tutte quelle esperienze, tutti quei cambiamenti di rotta… E ne costruisce il senso. E questo senso va nella direzione dell’innocenza.
 Paradossale: io creatrice di scompiglio e di casini, io disorganizzatrice e portatrice di confusione, che viaggio su una rotta attratta dall’innocenza.

Migliorare

Non mi sento di affermare che tutti gli uomini tendano alla gioia, perché incontro molte persone che sembrano, al contrario, lavorare piuttosto alacremente per la sofferenza, la tristezza, il rancore e cose del genere. Quello che posso dire è che io la desidero davvero una vita piena di gioia e di realizzazione, in tutti i campi della mia avventura. Io penso di essere una persona comune e mi affido alle capacità comuni per migliorare il mio stile di vita e il mio rapporto con il mondo. Ho capito che per questo non è alla genialità che bisogna affidarsi, piuttosto alla tenacia, la perseveranza, l’impegno continuo per perfezionare le cose e crescere ulteriormente. Ed è una grande cosa per me, riuscire a trovare per il lavoro di miglioramento una forma leggera e piacevole. La cosa è possibile. Sto facendo molti progressi nel trasformare quello che c’è da fare in qualcosa che è bello fare.    

Delle volte è così rapido

La ragazza – si chiamava Sveva? – aveva i suoi angoli e i suoi momenti di riflessione. C’era un eccesso di cose, là fuori. E bisognava, ogni giorno, mettere in ordine le stanze dell’anima.

Sempreverde

Vorrei conoscere di più le piante, le erbe, i fiori e i frutti… ma anche nell’ignoranza, la semplice immersione nella natura mi nutre.
 Libri, scritti, intrattenimento, traffico sociale, iniziative, mi svuoterebbero del tutto se non potessi ritornare periodicamente a immergermi in questo oceano verde.  

Altra

Come vorresti essere un compositore! E dire con le note questa grandezza che ti occupa il cuore e ti spinge fino ai confini e li vuole oltrepassare. Come vorresti, almeno, scrivere, e tracciare con parole sulla carta la strada che ti congiunge con questa dimensione altra, ma che è tua. “Altra” perché paure e preoccupazioni t’impediscono di lasciare che i tuoi sentimenti si espandano come gas volatile nella camera vuota. Ma “tua” perché è lì che la vita ti porta a casa.  

Desideri

Io, ai desideri, non rinuncerò mai.
 Perciò, tutto quel filone di pensiero che mi suggerisce che le mie pene derivano dal desiderio e dalla brama non mi convincerà assolutamente neanche per sogno. Tutto quel filone di pensiero che mi invita a trovare la pace nel nirvana, nell’assenza di desiderio, lo lascio semplicemente perdere – immaginando che voglia stigmatizzare un eccesso, una mania… Ma il desiderio no, non toccatemelo. È la cosa più viva che ho trovato dentro di me. E sono disposta a vederci le dita del divino. E sono convinta che essere felici per quel che si è, per quel che si ha, non è affatto in contrasto col desiderare quello che non c’è, anche se sembra impossibile. Il paradosso appartiene solo alle parole che noi diciamo per descrivere la situazione.

Fare l’amore

Mi chiamo Jonathan. Lei è morta. Un incidente d’auto. Ora non è più qui, anche se la porto ancora nel cuore. E, in un certo senso, è più vicina che mai… Qualcosa di incomprensibile, perfino assurdo. Ma le cose stanno in questo modo.
Sì, ci divertivamo a mettere in parole le cose che riuscivamo ad inventare. E a ripetere la storia – la nostra storia – ogni volta cambiata nel racconto. Cambiata da ciò che di nuovo era successo ed avevamo inventato. Quando ci siamo messi insieme è stato per un’attrazione irresistibile. Non facevamo che far l’amore. E tutto il resto veniva come messo in secondo piano. Sullo sfondo. Lei mi piaceva moltissimo. Solo vederla mi eccitava a tal punto che perdevo ogni ritegno e ho la presunzione di credere che lo stesso avvenisse anche a lei. Era un dono del Cielo che questo avvenisse e che fosse proprio così. Non importava più nulla quello che avevamo imparato sul fare l’amore. Ora facevamo l’amore senza chiederci assolutamente nulla di come si deve fare l’amore

Lo so. Certi momenti…

Come quando, di notte, guardi le stelle. E senti come tutto è immenso. Assolutamente fuori di ogni controllo. E tu ti domandi: ma che cazzo è questa cosa che chiamiamo vita? E la mia vita, cos’è? E ti rendi conto – immediatamente – che con tutta la tua intelligenza, la storia che hai alle spalle, la cultura, le scienze, e anche i tuoi tentativi di entrare in contatto con le forze divine… Insomma, che c’è qualcosa di essenziale che ti sfugge. E che è curioso, perfino paradossale, che con tutta questa voglia di vita e di sapere che ti trovi addosso per il solo fatto che sei sveglia e che vedi e che senti, che tu sia lì, come un allocco, consapevole che ti trovi solo sulla buccia di una sorta di coscienza…  

Scenografia per una storia

Andar per colli con le mani in tasca non fa problema che anche oggi io esca sgranocchio un fico mangerò una pesca se sono pesce abbocco a questa esca e tu che guardi dal lontano il cielo e sogni rosa immerso in questo velo sei forse il fiore o forse sei lo stelo rossa è la vite e giallo cadmio il melo.          

Il giorno dell'aquilone

Quando faccio volar un aquilone mi allontano nel Cosmo, entro in uno stato di trance in cui si intuiscono verità felici, che penetrano con disinvoltura nei segreti della realtà, e assisto al formarsi di immaginarie congetture sulla vita che saltano a piè pari i confini del verosimile usuale.  Per il poeta, lo scienziato, il danzatore, il musico e l’avventuriero, l’Altrove è sempre più importante del consueto.  

Qualcosa di speciale

Andiamo,
 La luce del mattino
 Il sentiero, il bosco
 E quell'energia giovane addosso  

D'incanto

E ti lasci portare dalla corrente.
 E fai tutto quello che viene da fare.
 E non temi perché la corrente è vita.
 Stai danzando, probabilmente. O canti.
 Dai una forma bella a tutto ciò che tocchi.
 E attraversi d’amore ogni persona in cui t’imbatti. E i dormienti ti prendono per matta. Ma sorridono, poi, perché tu li svegli. Dai loro il benvenuto alla vita. E si dimentica tutti i pensieri della sera prima.
 E il desiderio dipinge il film della tua avventura.
 E capisci come era sciocco esitare.
 Com’erano deboli i fantasmi che ti trattenevano per il lembo delle maniche. E il quotidiano – la solerte operosità di tutti i giorni – scivola come d’incanto nella forma bella del tuo sogno.
 E, se parli, sei ispirata. Se suoni, improvvisi. Se tocchi, incanti. Se pensi, i pensieri ti danzano tra le dita. E gli occhi si rovesciano a cavalcioni del sorriso.