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Visualizzazione dei post da giugno, 2021

Dove sto andando?

Vivo quest’ombra e questo soffio di vento,
 il manto di trifoglio giovane
 e i miei passi, lenti d’amore, 
 al ritmo di un ingordo gracidar di rane.    

Il dipinto

Era un pomeriggio estivo. Ma le spesse mura della casa regalavano la piacevole sensazione del fresco. E la ragazza stava lì, seduta sul canapè, un braccio appoggiato allo schienale e un fiore rosso tra i capelli scuri. Si era prestata volentieri a fare da modella. Diceva che era una faccenda che riguardava la sua identità. Le donne - diceva - hanno un rapporto complesso con il proprio corpo. E tra il proprio corpo e la loro identità. Lui la guardava impregnato da una sorta di erezione dell'anima. E dipingerla era come accarezzarla. Era accarezzarla in una dimensione eterea. Lei, docile eppure distante. Qui davanti e altrove. Pensava alla magia della pittura. Pensava alle cose che si dicono, commentando i quadri, per lo più volgendoci alle tecniche, ai materiali, ai colori, allo stile... cose che non toccano mai il cuore, l'essenza, dell'esperienza del dipingere. Pensava alla magia del dipingere, difficile da dire, su cui arduo è comunicare. Ma che gli artisti sanno. E che s

Il grande sogno

Siamo formichine, d’accordo, che però hanno costruito in una parte di mondo un ambiente vivibile e fornito di potenti strumenti. Siamo un po’ indietro come crescita interiore, le emozioni, i sentimenti, l’atteggiamento creativo e pacificamente costruttivo. Ma non si può non rimanere sbalorditi da ciò che siamo riusciti a costruire. Adesso ci rendiamo conto che questa nostra foga costruttiva deve tenere conto delle esigenze del pianeta e forse pensare a trasmigrazioni nel cosmo se continuiamo a moltiplicarci in questo modo. È la Grande Avventura Umana. Stiamo puntando a diventare quegli Dei che abbiamo immaginato fin dalla notte dei tempi. Noi, proprio noi, piccoli uomini, difettosi e zoppicanti. Ognuno di noi migliora se stesso (o ci prova) ogni giorno. Ma siamo tutti insieme, anche se ci scanniamo tra noi. Siamo legati tutti quanti da un comune destino. E un po’ per volta impareremo a convivere, collaborare, rispettarci, condividere. Lo faremo perché il contrario è la catastrofe. Ne s

Dove ci si perde, dove ci si trova

Camminare per le campagne è ritrovarsi ogni giorno dentro uno scenario nuovo, sorprendente, quasi che l’universo si appronti a scenografia meravigliosa per una storia straordinaria da inventare.  E tutto questo con un’abbondanza così indifferente alle leggi dell’economia da riversarsi a profusione nel quotidiano di ciascuno.    

Desire is confident

Giornate di sole, all’aperto. 
La bellezza dell’estate. Le estati della mia infanzia. 
I colori accesi che ti penetrano il corpo e incidono nella memoria ricordi indelebili. 
Le lunghe passeggiate tra fiori e boschetti.    

Irresistibile richiamo

E volli spiare da una fessura una lama di luce sufficiente  a vedere la bellezza del mondo  

Orientarsi

Se ne stavano sotto la luna
  senza un ombrello
 a parlare di vita 
lui insisteva ma era lei che tirava
 il sogno era quello
 non c'è verso, hai ragione
 e allora?
 è quello che manca
 ma poi, d'improvviso 
e ora chissà tempi nuovi
 questi di oggi
 tecnologia incredibile
 e la voglia di esplorare il possibile  e l’amore.

Distendersi

Quella collina, dove Sophie sogna di sdraiarsi all'ombra delle piante, guardare il cielo e impregnarsi di serenità.      

Con gesti semplici

Potrei chiamarlo “la musica della vita” o “lo charme del tempo”.  

Immagino che sia qualcosa di vivo, che ama sostare dietro la buccia delle cose, diventando in tal modo l’oscuro oggetto del desiderio. Ciò che muove irresistibile il cuore e rende perfetti gesti del tutto naturali. 

 Sì, vorrei entrare in contatto col segreto che anima ogni cosa, con quel di più che dà senso alla poesia.  

Senza passare per rituali esoterici, e pratiche occulte.  

Ci vorrei arrivare con i miei occhi, con le mie orecchie, con le mie mani, con la mia pelle, con la mia capacità di sentire. 

 Senza uscire dalla vita quotidiana, dai gesti semplici, di ogni giorno, dalle parole che uso con gli amici, dai movimenti delle braccia, dal camminare tranquilla, dall’entusiasmo infantile. 
Dal gioco ispirato alla gioia di essere al mondo.  

Innamorata dei contorni delle cose, dei colori del tempo, del fruscio del vento e dello sciabordio delle acque. 

 Trepidante quando ascolto il suono delle parole umane, le

Prima spara e poi mira

Ho creduto di capire un giorno che se volevo fare il perfezionista non avrei combinato nulla. E allora ho visto la bellezza il piacere di fare semplicemente quello che potevo.

Primo giorno di mare

Dio creò l’uomo perché gli piacciono le storie, dice Elie Wiesel. E sarebbe un modo simpatico di guardare al nostro mondo. Molte di queste storie importanti, del resto, hanno riguardato proprio Dio. Harari dice che fu proprio grazie a queste grandi narrazioni che gli uomini riuscirono a stabilire quella collaborazione su larga scala che han consentito la costruzione del mondo attuale e il dominio del pianeta. 
 Le storie che controllano i nostri comportamenti, oggi, sono storie diverse. Ma pur sempre storie. Il denaro, le società per azioni, i diritti umani, l’Unione Europea… sono storie in cui crediamo al punto di farne delle realtà. Nel momento in cui smettessimo di crederci tutto andrebbe a rotoli. 
 Ma è possibile continuare a crederci davvero quando abbiamo scoperto che sono storie?
 Questo si chiedeva Matilde, il primo giorno di mare, attenta a non irritare troppo la sua pelle bianca.    

Donna con vestito bianco

Il giorno nasce col sole. Il corpo si sveglia rapido. L’acqua fresca sul volto. Lo sguardo già acceso. Le ore in fila indiana attendono dietro la porta dell’anima. Ho bisogno di un paio di scarpe nuove. Per camminare il terreno della bella stagione. Sveglia, sì, sveglia. Per le vie del mondo, con la bellezza negli occhi.
  

Dove sei

Rose e spine e braccia graffiate, sangue caldo e sorriso e desiderio, rovi infestanti e spazi conquistati, una vitalità impetuosa, virale.  E colore rosso sangue che esplode.

Guardare il tuo sonno

Guardare il tuo sonno vuole cogliere il momento in cui si fa presente a chi ama la lontananza dell'altro che è così vicino. Guardarti nel sonno è protettivo. Ma nello stesso tempo il sonno parla di un altra dimensione. Ci si rende conto che le cose che viviamo sono sulla buccia del mondo. E sembra che un dio impedisca di scendere dentro la polpa.

In fondo...

In fondo, poi, si tratta di vivere. 

 E ognuno è impegnato nella ricerca di come si possa entrare nel regno della gioia. Anche se molta letteratura ama trattenerti nella geografia del dolore. 

 Io, di vivere, ho voglia. E di vivere nella gioia. E ci rifletto sopra, mentre muovo i passi durante la giornata. Semmai trovassi qualche segreto, qualche trucco, qualche espediente, per prolungare o riprodurre ciò che è già avvenuto. 

 Perché, di fronte ad ogni considerazione scettica – di solito molto ben documentata e motivata: è facile documentare la tristezza! – bisogna che affermi che la cosa è già avvenuta. Mille volte… 

 Sai cosa intendo dire. Quando hai provato una cosa, nessun argomento, anche molto giustificato, è in grado di fartelo dimenticare.  

Ma volere il Nobel per la gioia non significa non vedere il dolore, la tragedia e le ferite. Penso proprio di no. Come potremmo respirare l’aria del mondo se non sapessimo tutto questo dolore e sofferenza e malattia e violenza e obbrob