Era il 1926. Vagavo fantasma tra le varie città d’Europa. Ero in punto
di morte e lo sapevo, vita passata, aspettavo di traslocare nel posto
strano dove oggi mi trovo.
Eccomi qua, infatti, dentro un giallo disperso.
Credevo, allora, di farmi anima ed emozioni e, invece, eccomi, sono corpo, esigenze materiali da soddisfare con somma difficoltà.
Sono ciance, queste, lo so: non interessano nessuno.
Dicevo: in quel periodo gironzolavo, aspettando lo spirito, non mangiavo e non bevevo, mi nutrivo di oppio e di sogni.
Un giorno, percorrendo il Passeig de Gracia, in piena Barcellona, assistetti a un fenomeno strabiliante: un uomo cadde sotto un tram, il tram non frenò nemmeno per scherzo e triturò l’uomo letteralmente. Passato il tram, la massa informe si rianimò, si fece forma di forme e onde tonde e rotonde e volò nella natura.
Poco dopo, interrogando gli astanti, capii che era morto Antoni Gaudì.
Eccomi qua, infatti, dentro un giallo disperso.
Credevo, allora, di farmi anima ed emozioni e, invece, eccomi, sono corpo, esigenze materiali da soddisfare con somma difficoltà.
Sono ciance, queste, lo so: non interessano nessuno.
Dicevo: in quel periodo gironzolavo, aspettando lo spirito, non mangiavo e non bevevo, mi nutrivo di oppio e di sogni.
Un giorno, percorrendo il Passeig de Gracia, in piena Barcellona, assistetti a un fenomeno strabiliante: un uomo cadde sotto un tram, il tram non frenò nemmeno per scherzo e triturò l’uomo letteralmente. Passato il tram, la massa informe si rianimò, si fece forma di forme e onde tonde e rotonde e volò nella natura.
Poco dopo, interrogando gli astanti, capii che era morto Antoni Gaudì.
Dentro un giallo disperso è un'espressione bellissima.
RispondiEliminaNon sapevo che Gaudì fosse morto sotto un tram.
RispondiEliminaMi disturba scriverti perché mi costringi a farlo e ad essere ripetitivo e scontato, ma io un brano letterario di questa caratura raramente l'ho letto ancora, siamo a livello di capolavoro della letteratura. Lo so mi prenderai per pazzo, ma io su queste cose di solito ci prendo. Io di metterti le coppettine su queste cose di pregio non me la sento, lo trovo ridicolo, meglio il silenzio o, come faccio in questo momento, sperticarmi in elogi meritati.
Potrei odiarti ma non smetterei mai di ammirarti.
SU QUELLO CHE SCRIVI NON SO COSA MA FAI QUALCOSA.
Sorprendente bozzetto fantastico che sembra scriversi da solo. L'autrice ci trasporta nel 1926 (ma potrebbe essere qualsiasi altra epoca tanto si evince il suo spirito disincarnato) e ci testimonia la prematura e per certi versi assurda morte del grande poeta dell'architettura catalana. Notevole ed esatto riferimento alla contemporaneità connotato cromaticamente come "giallo disperso" e come "posto strano".
RispondiEliminaSi evince anche la nostalgia per un epoca irripetibile rintracciabile in vari "liuex phares" d'Europa ("vagavo fantasma tra le varie città d'Europa") e la costernazione della "ricaduta" nelle necessità materiali inoltre vi è anche un significativo riferimento all'oppio caro ai poeti maledetti.
Ma la trasformazione e il cambiamento di forma sono sempre possibili.