Allora, immaginiamo un quadro che raffiguri la figlia del Profeta. Fatima, si chiama così?
Questo è il momento in cui la figlia del Profeta nasce alla consapevolezza della vita.
Io vorrei sapere quello che le passa per la testa.
E immagino.
Il deserto, i tramonti, la sabbia rosa, i carovanieri, le città, il lusso delle piccole corti…
La vita è una specie di sogno. Una sorta di aperitivo. La vita apre alla vita.
Tu sei folle, amico mio – si sta rivolgendo proprio a me!
E sorride. Sorride pronunciando parole che escono dal cuore del deserto.
Lei dice: Noi diciamo che è il Dio che ci ha fatto a sua immagine e somiglianza. Il che significa che siamo noi a fare Dio a nostra immagine e somiglianza.
Il Dio ha fatto l’elefante, la giraffa e la formica. Non si è rinchiuso in un modello unico. Ha fatto tutto quello che voleva fare. Ha provato a inventare il mondo.
Ha inventato un mondo.
E, dunque, anche tu puoi inventare un mondo. Non c’è niente che t’imprigioni in un modello. Puoi fare della tua vita il quadro che vuoi.
Ma, allora, non cercherai di dare un senso bello alle cose che vivi?
Noi troviamo il senso della vita inventandolo. E che le nostre invenzioni siano almeno invenzioni piacevoli.
Certo, devono mordere sulla cosa. Devono essere invenzioni che trovano quel che cercano. Una risposta dalla oscura oggettività dell’essere.
Ma c’è modo diverso per scoprire l’abbondanza dell’essere che inventare senza economia?
Tu sei libero di inventare – questo dice la figlia del Profeta.
Non ci sono errori nell’invenzione e nei tentativi. Ci sono solo mosse che esplorano, animate dalla fiducia.
La fede – dice la figlia del Profeta – la fede è la scommessa che consente l’avventura dell’uomo.
La fede è fiducia che muovendo le mani e il cervello potrai trovare ciò che desideri. E vedere meglio i tuoi stessi desideri.
È la fede che alleggerisce la fatica e spiana il cammino. La fede è il gesto coraggioso che rende l’orizzonte del possibile ampio quanto l’orizzonte del deserto.
La fede è quel pezzo di infinito di cui abbiamo bisogno.
RispondiEliminaPerò ti sei uccisa... dì la veirità
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