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Visualizzazione dei post da novembre, 2025

La porta dell'autunno

La porta dell’autunno si apre lenta   tra le foglie che scivolano come segreti. Il vento raccoglie memorie dorate e ogni passo è un addio che prepara rinascita 

Qbo

Sembra un ordine.   Sembra qualcosa che non si può cancellare. Non è arte.   È… un’impronta.   Come se qualcuno volesse dire:   “Questo è il punto. Qui. Fermati.” E io mi sono fermata.   Perché certe parole, anche se non le capisci,   ti chiamano.   Qbo.   Tre lettere.   Senza vocale, senza senso.   Eppure… mi parla. Forse è un codice.   Ma io ci vedo una domanda.   Una di quelle che non fai mai ad alta voce:   “Chi sei, quando nessuno ti guarda?”   “Cosa resta, quando tutto si spegne?” Qbo.   Forse non significa niente.   O forse significa tutto.   Come certi silenzi.   Come certi incontri.   Come questo momento,   tra me, il muro…   e una parola che non vuole spiegarsi.      

La casa che dimentica

C’era una casa, in fondo al sentiero,   che dimenticava i nomi.   Dimenticava chi l’aveva costruita,   chi aveva riso tra le sue mura,   chi aveva pianto dietro le tende. Le finestre erano cieche,   il tetto parlava con il vento,   e le scale scricchiolavano come vecchi versi   di una poesia che nessuno leggeva più. Ogni mattina, la rugiada le faceva visita,   come un’amica che non ha smesso di sperare.   E lei, la casa, tremava piano,   come se volesse ricordare,   ma non ci riuscisse. Poi, un giorno d’autunno,   una donna si fermò davanti alla porta Aveva occhi pieni di storie   e mani che sapevano accarezzare il tempo. Entrò.   E la casa, per un istante,   ricordò tutto.   Il primo bacio sotto la pioggia.   Il profumo del pane caldo.   La voce che cantava piano la sera. E pianse.   Ma nessuno la s...

Trattiene autunno

Trattiene autunno caldi colori di abbracci nel volo delle foglie.      

l bosco incantato

Una delle situazioni che più attirano la mia curiosità e stimolano le mie emozioni è costituita dai boschi. I boschetti di piccole dimensioni, che tu puoi trovare percorrendo la campagna e che rompono la monotonia dei seminativi oppure i boschi più estesi che trovi sulle pendici dei monti, come le faggete, o i boschi di larici, i boschi di frassini e querce, di castagni e di betulle, distribuiti in abbondanza sulle pendici delle montagne qui attorno... I nostri boschi, a meno che tu non ti ci inoltri di notte, non sono inquietanti. Non danno le suggestioni perturbanti delle grandi foreste, anche se le richiamano nella mente. Sono boschi da favole. E sono boschi da meditazione, da ricreazione delle energie. Camminando tranquillamente per i sentieri o le stradine ti puoi soffermare sugli alberi individui. Spesso alcuni ostentano forme curiose, contorte o aggrovigliate, radici affioranti dalle protuberanze scolpite da una fantasia sfrenata. Vi ritrovi spesso figure di animali, o anatomie ...

Le parole

Sono una che ama la scrittura. Mi definisco con le parole. Adoro le parole. Mi piace la parola e il disegno.
 Amo la parola e l’immagine fatta a mano, il disegno, la pittura. Amo anche la fotografia, l’inquadratura, quel piccolo tocco che fa di uno scatto un tuo gesto, una tua parola.
 Quando abbiamo imparato le parole, alla scuola elementare, gli abbecedari associavano l’immagine alle parole. All’inizio immagine e parola andavano assieme. Questo ci permetteva di vedere le parole.
 Io trovo bellissimo quando la scrittura consente di vedere ciò di cui si parla.
 In tanti testi che mi capitano tra le mano non mi riesce facile “vedere”.
Sento che recuperare questa simbiosi tra immagine e parola è un atto di salute mentale.
 Non che la parola debba essere la didascalia dell’immagine o l’immagine l’illustrazione del testo scritto. Si può fare. Ma quello che mi attira è un’altra cosa: è mettere in moto contemporaneamente parola e visione. Osservare, vedere, rendere visibile.
Nei testi molto ...