Quella cosa che chiamiamo ispirazione è un mistero.
Qualcuno eviterà le analisi razionali relegandola nella magia. Altri diranno che non c’è niente di magico e fornirà consigli utili per entrare nella sua atmosfera incantata. Alcuni sostengono che il mondo non è abitato solo da piante, animali e uomini, ma anche da idee. Esse non aspirano ad altro che ad essere rese manifeste e questo può avvenir solo con la collaborazione degli uomini.
Se l’ispirazione bussa alla porta, potete scegliere il modello dell’Artista Maledetto, ma non è nei miei istinti vitali. Io amavo la vita bohème ma non per le sregolatezze, piuttosto per la libertà e la spregiudicatezza.
Ho sempre puntato all’Artista Felice. La gioia che la creatività può dare è totalmente indipendente dalla fama e dalla scena che interpreti sul palcoscenico sociale. È un valore che vale per sé. Non c’è bisogno di puntare al top. Basta la ricerca della gioia di vivere.
Ma non è che disprezzi gli azzardi. Al contrario. Ognuno sa in proprio a che altezza mettere l’asticella. E io non sono affatto indifferente all’attrazione delle mete impossibili.
In ogni caso il principio decisivo è una solida alleanza tra creatività e gioia.
Penso al paradossale destino dell’uomo, questo essere effimero capace di creare cose che durano più di lui.
E penso che forse è un segno, questo, della sua vocazione a lavorare per la vita, oltre i propri recinti personali. E immagino che di qui derivi quella intensa soddisfazione che l'individuo prova quando allarga i rami del suo frutteto oltre la cinta dell’orto. Quando il suo albero produce frutti in abbondanza per chiunque passi sotto e ne voglia.
E penso che la vita sembra non vada a economia, non faccia i conti all'osso, e che butti a miglioni quando serve solo uno. E che il di più non è spreco ma abbondanza.
incaponirsi nella ricerca della gioia mi sembra davvero una saggissima follia. La più degna direi.
RispondiEliminaComplimentissimi