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Visualizzazione dei post da settembre, 2024

Intese strategiche

Anche stasera la luna s’accosta, 
 un po’ decurtata ma non fatto apposta. 
 Le vela il volto leggera foschia, 
 un soffio di vento la porterà via.  La guardo e poi penso a questa amicizia,  
longeva davvero e senza pigrizia. 
 Perché ogni volta che dal mio balcone  
lei sale sul palco è una grande emozione.  

Quando il vento

Oh sicuro che mi piace. Credo che sia così per ogni persona. E in fondo non sentiamo tutti il desiderio di essere artisti della nostra vita? Vorremmo  tutticreare la nostra avventura, il romanzo della nostra vita. O il film. E nel nostro dialogo con noi stessi lo proiettiamo nella mente. E allora mi piace quando faccio la regista e mi piace soprattutto quando sono ispirata. Quando il vento gonfia le vele. E si scivola sull’acqua, reggendo il timone. Non è sempre così, ovviamente. Ma quando il vento… Allora…      

La cavalla

Anche a me, fin da bambina – soprattutto da bambina – piacciono i cavalli. Quelli degli indiani mi piacevano più di quelli dei cow boy, perché più naturali e liberi – meno soggiogati alla disciplina dell’addestramento.  

Il cavallo, senza sella e redini, è sempre stato ai miei occhi un simbolo di libertà. Correre nelle praterie. Vigore ed elasticità. Nomade. Tutto sommato, senza appartenenza. Irriducibile. Cittadino di quell’altrove che non si lascia assorbire da nessun paese, gruppo, cultura. Ma desideroso di attraversarne tanti, come farebbe un esule. Vivere in luoghi diversi, parlare in più lingue, conoscere più culture. 

 Tutto questo è oltremodo attraente. E il nostro tempo offre la possibilità di questa esperienza a tanti. Le culture, a ben vedere, si stanno compenetrando, sono una a fianco dell’altra negli stessi luoghi.  

E io dovrei rinchiudermi in una etnia, in una regione, in una confessione religiosa, in una ideologia?  

I recinti diventano routine e gener

Subito fuori

Mi sono svegliata con l’urgenza fresca della ragazzina. Subito fuori, senza lungaggini, a gustare la vita. Per esplorare il mondo ed assaggiarlo a morsi, gli occhi sgranati dalla meraviglia. Certi giorni la vita è l’aperto. Un luogo nuovo, per mettere a fuoco, vedere meglio. Tovo l'erba, la luce, l’aria fresca. Poi arrivano pensieri, afferrati al volo e fissati rapidamente sul quaderno che mi porto dietro. Sempre camminando. Ed è lì che vedo dove sto andando e cosa voglio davvero e sento gioia per questa storia.   

Quelle belle folie...

Quelle belle folie... Les rêves sont dessinés dans l'imagination. 
Rêves qui conduisent à l’invention du futur...    

Giochi ai giardinetti

Erano gli spazi di gioco i luoghi dei nostri sogni. Allora ne avevamo il tempo. Le nostre agende erano piene di spazi bianchi, oltre la scuola, la messa la domenica, e la visita a zia Maria il giovedì pomeriggio. Anzi, non avevamo agende. E i nostri giochi erano imprese da grandi, ma diverse: gustate per loro stesse e non in vista di qualche obiettivo. Ci piaceva essere l’architetto (con la sabbia), il pilota, il marinaio, l’alpinista, il corridore… I più grandi c’invidiavano, di certo, dato che venivano a minacciarci e a molestarci se erano nelle vicinanze. E anche questo era un segnale che noi avevamo, allora, il segreto della vita vera.  

Una libertà da pirata.

E mi sono fermatao più volte a fotografarli, i cardi, perché sono piante che mi affascinano senza rimedio. Sarà per quella forma piena e asciutta, con gli acheni, le foglie acuminate e pungenti, o per quelle sfumature violette e azzurre che nella luce tersa dell'altitudine ti ipnotizzano. Avverto d'istinto un loro segreto potere terapeutico. Credo mi assomiglino un po'. Difficili da afferrare, l'anima fiera e libera dei pirati e - come tali - nutrono i sogni dei bambini...     

E se nessuno ti vedesse?

All’inizio dell’era moderna, Cartesio trovò nel “Cogito, ergo sum” la certezza di base e il criterio di verità fondamentale. In un certo senso, oggi, le pretese del padre della filosofia moderna sembrano modeste e suscitano un sorriso di benevolenza. A lui era sufficiente rendersi conto di pensare, e anche solo dubitare, per raggiungere la certezza assoluta di esistere. Oggi sembra che pensare non basti più. Sei sicuro di esistere se non compari sullo schermo ? Qualcuno si chiede se al di fuori di ciò che avviene in televisione o nei social esista davvero qualcosa. Peggio ancora: se le cose che si fanno, nella realtà “materiale” del mondo, guerre comprese, non si facciano che per comparire. Il che porterebbe al paradosso che della nostra vita cerchiamo di fare un copione per uno sceneggiato. Rovesciando di 180 gradi la prospettiva tradizionale. Sto esagerando, lo so. Ma è solo per sottolineare che, al contrario, per la crescita personale, per essere e diventare davvero ciò che siamo, l