Mi sono svegliata con l’urgenza fresca della ragazzina. Subito fuori, senza lungaggini, a gustare la vita. Per esplorare il mondo ed assaggiarlo a morsi, gli occhi sgranati dalla meraviglia.
Certi giorni la vita è l’aperto. Un luogo nuovo, per mettere a fuoco, vedere meglio. Tovo l'erba, la luce, l’aria fresca.
Poi arrivano pensieri, afferrati al volo e fissati rapidamente sul quaderno che mi porto dietro. Sempre camminando. Ed è lì che vedo dove sto andando e cosa voglio davvero e sento gioia per questa storia.
Una volta mi bastava leggere tre quotidiani al giorno per avere la certezza, o quasi, di essere in contatto con la realtà. Oggi è piuttosto diverso. Sono disincantata. C’è tanta televisione, tanto internet, tante immagini. Nell’epoca ingenua le immagini dovevano mostrare la realtà, poi hanno finito per chiarire che mostravano innanzitutto se stesse. E forse è proprio quello che devono fare. Alla fine dobbiamo liberarci dall’idea che le immagini, ma anche le parole, mostrino qualcosa che si chiama realtà. Le nostre parole (e le nostre immagini) non mostrano: costruiscono la nostra realtà. La vecchia “realtà” è diventata “la cosa”. Ed è come se “la cosa” fosse lì, perennemente disponibile a mettersi in posa per noi. Apparentemente sotto la nostra direzione – poi è da vedere. “La cosa” è una miriade di comparse disponibili alla lavorazione del nostro film. Rovesciamento: non viviamo più nel mondo delle cose: tendiamo a vivere nel film costruito da noi. La realtà dunque non è ...
Commenti
Posta un commento