Avevi messo il cappellino, quella sera, chissà perché?
Forse la luce della luna?
Recitavi un copione che non avevo mai sentito.
E sondavi il possibile con gesti inappropriati…
Certo eri bella.
E avevi occhi pungenti, che foravano la notte.
Io non pensavo all’etichetta, ma all’amore.
Non sapevo che fare e feci tutto…
Vieni, questa sera, con i tuoi piedini che suonano la tromba delle scale. Entra nell’abbraccio della mia casa. Aprirò la finestra e ti farò l’amore accarezzato dal vento delle stelle. Assaporerò i tuoi seni come pesche di vigna e le mie mani navigheranno sulle onde dell’oceano di dolcezza che tu sei. Cercherò le favole in mezzo ai tuoi capelli e respirerò la tua anima nel tuo respiro. Le mie reni sono sature di libidine di vita e le mani anelano a sollevare ogni velo. Tu sei la vita succulenta. E, benché ebbro, stordito e confuso dal nettare che trasuda la tua pelle, io sono io, pienamente consapevole, pieno, tondo, intenso e sano. E tu sei tu, lunare e luminosa.
Fare tutto, non dimenticare nulla, nessun dettaglio.
RispondiEliminaPiù o meno come Hitchoock che compariva in tutti i suoi film
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