In definitiva mi piace sognare.
E naturalmente sono indotta a trafficare con la pasta del mondo per conquistarmi fin che basta la possibilità di farlo.
Il
sogno potrebbe non essere semplicemente una via di fuga da una realtà
ingrata. Potrebbe essere il di più che manca, ciò che è irraggiungibile
con gli strumenti del puro realismo, o come lo si voglia chiamare.
Lo
spazio del sogno è però qualcosa di concreto. Esige una certa
disponibilità finanziaria. Esige una parziale liberazione dalle urgenze
materiali. Perché il sogno ha bisogno di tempo libero dalle necessità.
Il senso del lavoro per me è precisato dalla liberazione di tempo per una vita da sogno. Una vita ispirata e animata dal sogno.
Vorrei
riuscire in questo: che il lavoro mi liberi il tempo per sognare e che
il sogno metta in moto un’operosità ispirata capace di solcare la
dimensione concreta del vivere. Sono le parti dinamiche e complementari
di una spirale che illustra abbastanza bene la mia politica di vita.
Costruirla è la mia avventura.
Se puoi, fai quello che senti.
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