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La subitanea intensità della vita

Può essere che la scrittura abbia bisogno di maggiore compostezza di quanta me ne consenta l’esplosione appassionata di calore che si sta facendo spazio dentro. 



Oppure, potrebbe anche darsi che la passione aiuti a trovare la via di un’espressione efficace e pertinente di ciò che all’inizio appare come qualcosa di urgente da dire e vago al tempo stesso. 


 
Quello che ho in testa è una sorta di paradosso – a stare alle parole significative che lo rappresentano. Le parole significative sono: calma e rapidità. 


 
E quello che vorrei esprimere è che c’è una me che adora la lentezza, la calma, la passeggiata meditativa, la contemplazione, lo stare a guardare, il gustare masticando adagio, il lasciarsi colmare e portare dagli eventi piuttosto che spingerli in qualche direzione. Il lento scorrere della meraviglia delle piccole cose che arricchiscono perfino gli interstizi del tempo, i pori della pelle, la visione laterale dell’occhio… come carezzare un corpo con estrema lentezza ricettiva. 



E nello stesso spazio esistenziale convive un altra me che ama quella che si potrebbe chiamare la subitanea intensità della vita. Quando le cose si succedono rapidamente e tu non perdi una battuta, cogliendo d’istinto ogni opportunità e colpisci giusto anche senza mirare. E ti sembra di cavalcare lucida e densa d’emozione come una cascata, o un’onda grande, che scorre d’impeto, e su cui rimani in perfetto equilibrio. 
 


Ed è meraviglia nello sguardo che la riflessione getta su di me. Quasi non trovassi nello specchio l’immagine ferma e definita. 
 




Commenti

  1. Come dicono in "sostiene pereira" siamo una congrega di anime

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  2. Non contraddirsi mai è impossibile ma se non succedesse che gusto ci sarebbe?

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  3. Vola solo chi osa farlo

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