Passa ai contenuti principali

Come un aquilone

È soprattutto in montagna che sento di abitare in uno spazio aperto, su un pianeta, sotto un cielo immenso. Che non sono imprigionata nella mia stanza, nella mia città, nei miei problemi. 



La bellezza dell’aperto risiede in gran parte – per me - nell’influsso liberante che esso ha sulla mente e sul cuore. I pensieri gretti e meschini si sciolgono ed evaporano rapidamente. Il pensare conosce le dimensioni della grandezza. Vola alto come un aquilone. Così pure il sentimento: il cuore diventa capace di accogliere il tutto dentro di sé. 



E percepisco il mio essere al mondo come un dono. Sento che sono un ospite della vita, cui sono offerti doni in abbondanza e la possibilità di esplorare, di giocare, di capire almeno un po’. E anche di immettere qualcosa di proprio nel grande evento dell’universo. 



È in montagna che ho una percezione viva dei miei limiti. E, tuttavia, avverto questa consapevolezza non come frustrante ma, al contrario, come legame consapevole al mistero di una forza incommensurabile. 



Rimango senza parole e pur tuttavia come se questo fosse la fonte di un discorso interminabile. 



Mi ritrovo piena di gratitudine ancorata all’attimo, ma non come a cosa ferma: un attimo che è corrente. E il moto della mia gratitudine assume le forme molteplici del desiderio.







Commenti

  1. Taglia il tuo filo e vola...

    RispondiElimina
  2. La fotografia è un arte; anzi è più che un’arte, è il fenomeno solare in cui l’artista collabora con il sole.

    RispondiElimina
  3. La montagna genera questi discorsi senza parole che ci dicono tantissimo

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

E col pensiero io vado

Vieni, questa sera, con i tuoi piedini che suonano la tromba delle scale. Entra nell’abbraccio della mia casa. Aprirò la finestra e ti farò l’amore accarezzato dal vento delle stelle. Assaporerò i tuoi seni come pesche di vigna e le mie mani navigheranno sulle onde dell’oceano di dolcezza che tu sei. Cercherò le favole in mezzo ai tuoi capelli e respirerò la tua anima nel tuo respiro. Le mie reni sono sature di libidine di vita e le mani anelano a sollevare ogni velo. Tu sei la vita succulenta. E, benché ebbro, stordito e confuso dal nettare che trasuda la tua pelle, io sono io, pienamente consapevole, pieno, tondo, intenso e sano. E tu sei tu, lunare e luminosa.  

Band

Ho sempre sognato di scoprire la formula per lo spartito ideale. La vita creativa. Quella piena che senti dentro pulsare sotto la pelle, in ogni momento.
La vita normale, la più ragionevole e meritoria, è niente a confronto della vita ispirata. In quest’ultima non c’è niente, forse, di meritato. Tutto consiste nel tenere la vela aperta, mentre il vento ci soffia dentro. È grazia allo stato puro. Oh, sì, come sarebbe bello. Fosse tutto come suonare alla tastiera.    

Sinfonia monocromatica

Il fascino evocativo del bianco e nero. Il monocromatico. Immagino un ambiente abitativo, o uno studio creativo, con quattro o cinque di questi quadri, capaci di evocare quel pizzico di erotismo che condisce sapientemente le attività mentali, di ideazione, di progettazione. Il nostro approccio alla vita, parlo di quello quotidiano, quello che si esprime nel modo in cui e con l’umore con cui affrontiamo i compiti e le decisioni operative di ogni giorno è in fondo l’invenzione del nostro rapporto personale con la vita, la composizione musicale della nostra sinfonia.