Passa ai contenuti principali

Con gesti semplici

Potrei chiamarlo “la musica della vita” o “lo charme del tempo”. 



Immagino che sia qualcosa di vivo, che ama sostare dietro la buccia delle cose, diventando in tal modo l’oscuro oggetto del desiderio. Ciò che muove irresistibile il cuore e rende perfetti gesti del tutto naturali. 



Sì, vorrei entrare in contatto col segreto che anima ogni cosa, con quel di più che dà senso alla poesia. 



Senza passare per rituali esoterici, e pratiche occulte. 



Ci vorrei arrivare con i miei occhi, con le mie orecchie, con le mie mani, con la mia pelle, con la mia capacità di sentire. 



Senza uscire dalla vita quotidiana, dai gesti semplici, di ogni giorno, dalle parole che uso con gli amici, dai movimenti delle braccia, dal camminare tranquilla, dall’entusiasmo infantile. 
Dal gioco ispirato alla gioia di essere al mondo. 



Innamorata dei contorni delle cose, dei colori del tempo, del fruscio del vento e dello sciabordio delle acque. 



Trepidante quando ascolto il suono delle parole umane, le inflessioni emotive del discorso, quando vedo quella luce in occhi da cerbiatta, e sentire che tutto è vivo sotto le mie mani.

 





 

 

 

Commenti

  1. Continua a giocare quando nei hai voglia e a saltare nell'acqua se ti fa divertire. Sei sulla buona strada!

    RispondiElimina
  2. In sintonia perfetta con la natura

    RispondiElimina
  3. bellissima foto , come sempre

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Un film della vita

Una volta mi bastava leggere tre quotidiani al giorno per avere la certezza, o quasi, di essere in contatto con la realtà. Oggi è piuttosto diverso. Sono disincantata. C’è tanta televisione, tanto internet, tante immagini. Nell’epoca ingenua le immagini dovevano mostrare la realtà, poi hanno finito per chiarire che mostravano innanzitutto se stesse. E forse è proprio quello che devono fare. Alla fine dobbiamo liberarci dall’idea che le immagini, ma anche le parole, mostrino qualcosa che si chiama realtà. Le nostre parole (e le nostre immagini) non mostrano: costruiscono la nostra realtà. La vecchia “realtà” è diventata “la cosa”. Ed è come se “la cosa” fosse lì, perennemente disponibile a mettersi in posa per noi. Apparentemente sotto la nostra direzione – poi è da vedere. “La cosa” è una miriade di comparse disponibili alla lavorazione del nostro film. Rovesciamento: non viviamo più nel mondo delle cose: tendiamo a vivere nel film costruito da noi. La realtà dunque non è ...

Sguardo di fuoco

Esci presto il mattino e lungo la strada ti avvii. Incendi le nuvole d’incanti, spalanchi voragini nell’umida terra che ti brama. Vibra l’aria d’intorno e in risonanza tremano i colli.   Chi e dove accordò quello sguardo di fuoco in sintonia con le meccaniche celesti? Amo i tuoi passi sulle foglie che cantano. Un sortilegio, il profumo di muschio che ti segue.      

Specchio delle mie brame

All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.