Penso al paradossale destino dell’uomo, questo essere effimero capace di creare cose che durano più di lui.
E penso che forse è un segno, questo, della sua vocazione a lavorare per la vita, oltre i propri recinti personali. E immagino che di qui derivi quella intensa soddisfazione che l'individuo prova quando allarga i rami del suo frutteto oltre la cinta dell’orto. Quando il suo albero produce frutti in abbondanza per chiunque passi sotto e ne voglia.
E penso che la vita sembra non vada a economia, non faccia i conti all'osso, e che butti a miglioni quando serve solo uno. E che il di più non è spreco ma abbondanza.
E forse anche senza forse... dico io 😁
RispondiEliminaUna notte sul mare il ragazzino chiese al padre: “Papà ma il cielo è dipinto?”. Ed il padre rispose puntando il dito in alto, “Vedi quella stella? Si chiama Alpha Centauri. E’ tanto lontana…”. Il ragazzino ci pensò sopra per settimane.
RispondiEliminasei una poetessa nata!
RispondiEliminail giallo è decisamente il colore dell'anno!
RispondiEliminasei fenomenale!
RispondiEliminaSei deliziosa con quella mis
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