Penso al paradossale destino dell’uomo, questo essere effimero capace di creare cose che durano più di lui.
E penso che forse è un segno, questo, della sua vocazione a lavorare per la vita, oltre i propri recinti personali. E immagino che di qui derivi quella intensa soddisfazione che l'individuo prova quando allarga i rami del suo frutteto oltre la cinta dell’orto. Quando il suo albero produce frutti in abbondanza per chiunque passi sotto e ne voglia.
E penso che la vita sembra non vada a economia, non faccia i conti all'osso, e che butti a miglioni quando serve solo uno. E che il di più non è spreco ma abbondanza.
Una persona un po' umorale, a volte iper loquace a volte chiusa in un silenzio ermetico
RispondiEliminaVorrei sentire il tuo silenzio, quel silenzio fatto di sogni, di emozioni di luce e colori. Vorrei sentire il tuo silenzio tre le mani sincere del vento , tra le ore incerte del tempo,
RispondiEliminaTra ricordi di una vita vera e la leggerezza di un sorriso rubato.
...
Tacere è già difficile, ascoltare ancora di più... ma la vita ci parla. Non ci nasconde nulla, solo noi pensiamo che ci possa mentire. La vita non mente, siamo noi che spesso non gli crediamo, se anche quache volta riusciamo a dargli ascolto.
RispondiEliminaGrazie di cuore. La tua gentilezza non ha confini.
RispondiEliminaMaurizio
Ammiro le tue gambe
RispondiEliminasempre dritta, verso il sole!
RispondiEliminasei arrivata alla meta ;)?
RispondiElimina