Penso al paradossale destino dell’uomo, questo essere effimero capace di creare cose che durano più di lui.
E penso che forse è un segno, questo, della sua vocazione a lavorare per la vita, oltre i propri recinti personali. E immagino che di qui derivi quella intensa soddisfazione che l'individuo prova quando allarga i rami del suo frutteto oltre la cinta dell’orto. Quando il suo albero produce frutti in abbondanza per chiunque passi sotto e ne voglia.
E penso che la vita sembra non vada a economia, non faccia i conti all'osso, e che butti a miglioni quando serve solo uno. E che il di più non è spreco ma abbondanza.
Notte buona.Teo.
RispondiEliminala fotografia e la grafica fanno parte del tuo alvoro o è solo un hobby?
RispondiEliminama che talento!! bravissima!
RispondiEliminaBravissima! Mi piace molto sia il testo che la foto
RispondiEliminatroppo brava!
RispondiElimina