Una volta mi bastava leggere tre quotidiani al giorno per avere la certezza, o quasi, di essere in contatto con la realtà. Oggi è piuttosto diverso. Sono disincantata. C’è tanta televisione, tanto internet, tante immagini. Nell’epoca ingenua le immagini dovevano mostrare la realtà, poi hanno finito per chiarire che mostravano innanzitutto se stesse. E forse è proprio quello che devono fare. Alla fine dobbiamo liberarci dall’idea che le immagini, ma anche le parole, mostrino qualcosa che si chiama realtà. Le nostre parole (e le nostre immagini) non mostrano: costruiscono la nostra realtà. La vecchia “realtà” è diventata “la cosa”. Ed è come se “la cosa” fosse lì, perennemente disponibile a mettersi in posa per noi. Apparentemente sotto la nostra direzione – poi è da vedere. “La cosa” è una miriade di comparse disponibili alla lavorazione del nostro film. Rovesciamento: non viviamo più nel mondo delle cose: tendiamo a vivere nel film costruito da noi. La realtà dunque non è ...
DA UN SOGNO VERO, CIRCA LE 17.00 DEL 30 AGOSTO 2019, DA QUALCHE PARTE IN LOMBARDIA.
RispondiEliminaEri in una scuola, contemporaneamente adulta e bambina, ero lì anch'io e sentivo che dovevo avere cura di te, perché eri smarrita ma al tempo stesso geniale come gli autistici, eri orfana, senza più genitori. Ti proteggevo anche dagli altri, perché curiosi volevano il tuo genio; c'erano anche altre cose, ma al risveglio i ricordi si sono dissolti. Solo ora che leggendoti scrivi di sogni, io ti parlo del mio e di questa strana coincidenza, altrimenti avrei taciuto. Forse già oggi, al far della notte sarò di ritorno nella mia sopportata città. Il piano A è ormai abbandonato.
Parli spesso di sogni, anche io gli do una certa importanza, credo ci aiutino a capire molto di noi
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