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Un giorno al mercato

La vecchia viaggiava, nonostante le ginocchia torte e i novant’anni sul groppone. Il nipote seguiva a passo leggero, qualche metro addietro, distratto dalle ragazze che popolavano quella primavera.
Il mercato brulicava di voci, tra le bancarelle di mutande, il camion del formaggio e l’odore acido delle scarpe esposte al sole.
Alpina si diresse alla frutta: tastò le pesche una ad una, e il mercante la guardava di malocchio. La nonna riempì la borsina capiente, anche pere e albicocche, alcune mezze marce. Dal borsello unto, tirò fuori tre monete e le regalò al fruttivendolo. Lui la squadrò e, trattenendosi dal ridere: - Alpina, meno male che ce n’è una sola come lei, sennò potrei chiudere, viene sempre qui a rubare da me...-.
Alpina dette la borsa al nipote, lo prese a braccetto e, lemme lemme, come fidanzati, nonna e nipote si diressero verso casa.
 
 

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