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Oggi

Oggi c’è il sole - oggi. Rondini diverse (oggi) ha il mondo.
Gli affittacamere hanno spalancato le persiane e i rami degli alberi han già finito di stiracchiarsi: come i bambini, fan cucù nelle finestre e corrono attorno ai cerchi mossi dal cielo.
L’ufficiale di gendarmeria guarda fisso nell’opaco sporco della parete di stanza e non vede. Ciechi sono gli occhi, oggi, e il settimanale tace addormito nell’anticamera dell’otorino, perché nessuno ha la tosse, oggi, e il cinquantino che qualcuno sta mettendo in moto, ora (laggiù lontano), anche il postino lo sa: ci sta a cavallo mica un quindicenne, noooooooooooooo!!! È la nonnina del nipotino, la vecchia imberbe e citrulla, che ruba sempre alla COOP e - oggi - ha rubato il motorino.
E va sull’argine e forse in riva e, prima di sera, scalerà le colline lassù, che oggi non bisogna vedere perché ci sono e sono e domani ci saranno e saranno ancora.


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Commenti

  1. Ecco un altro strano affascinante racconto e tu... nei fiori.

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Sguardo di fuoco

Esci presto il mattino e lungo la strada ti avvii. Incendi le nuvole d’incanti, spalanchi voragini nell’umida terra che ti brama. Vibra l’aria d’intorno e in risonanza tremano i colli.   Chi e dove accordò quello sguardo di fuoco in sintonia con le meccaniche celesti? Amo i tuoi passi sulle foglie che cantano. Un sortilegio, il profumo di muschio che ti segue.      

Specchio delle mie brame

All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.      

Scorrere leggeri

Non eravamo noi a provare l’amore, ma era l’amore che aveva preso noi e ci trascinava per territori nuovi. E volevamo essere leggeri. Sapevamo che dovevamo camminare agili e veloci per i sentieri che il tempo ci portava. Dovevamo avere avere gambe agili e piedi robusti. E braccia pronte ad afferrare i rami. E a nuotare nel mare della vita.