Tutto iniziò a casa mia, una mattina delle tante,
quando decisi di prepararmi un caffellatte. Quanto latte mettere e
quanto caffè? Era scritto su qualche manuale? C’erano regole da seguire?
Su due cose la mia volontà era ferma: non volevo il caffè ma non volevo
neppure solo il latte. Quindi dovevo arrivare ad un necessario
compromesso.
Adesso si poneva però un nuovo dubbio: quanto latte mettere? E soprattutto, quanto caffè? Ci pensai un attimo e decisi che il latte doveva essere almeno più del caffè. Le quantità dei rispettivi liquidi allora mi erano ancora ignote ma avevo almeno enunciato un altro principio da seguire, seppur piuttosto generale.
A questo punto avevo davanti tre recipienti: la caffettiera singola, la pentolina del latte e la mia tazza vuota che aspettava solo di essere riempita. Prima verso il latte o il caffè? Decido per il latte. La tazza si riempie per tre quarti. Quindi prendo la caffettiera. Esito.
Nella stanza accanto dormiva il mio ragazzo: Andrea!! Quanto caffè devo mettere nel latte!? Lui alza la testa, apre i suoi grandi occhi verdi, mi guarda stranito e non dice nulla. Si gira dall’altra parte e risponde lapidario: - Quanto vuoi. - Io non insisto.
Torno in cucina, prendo la caffettiera tra la mani, verso il caffè nella tazza. Un sottile rivolo inizia a scendere. Il latte velocemente si fa più scuro e quando raggiunge quel deciso bianco-marrone-che-pensavo-fosse-giusto mi fermo. Perché mi sono fermata? Non lo so ma in fondo che cosa importa? Con calma, consapevole che era solo l’inizio, mi bevvi il frutto del mio compromesso, cinque biscotti, e uscii di casa.
Ciao Andrea!!!
Adesso si poneva però un nuovo dubbio: quanto latte mettere? E soprattutto, quanto caffè? Ci pensai un attimo e decisi che il latte doveva essere almeno più del caffè. Le quantità dei rispettivi liquidi allora mi erano ancora ignote ma avevo almeno enunciato un altro principio da seguire, seppur piuttosto generale.
A questo punto avevo davanti tre recipienti: la caffettiera singola, la pentolina del latte e la mia tazza vuota che aspettava solo di essere riempita. Prima verso il latte o il caffè? Decido per il latte. La tazza si riempie per tre quarti. Quindi prendo la caffettiera. Esito.
Nella stanza accanto dormiva il mio ragazzo: Andrea!! Quanto caffè devo mettere nel latte!? Lui alza la testa, apre i suoi grandi occhi verdi, mi guarda stranito e non dice nulla. Si gira dall’altra parte e risponde lapidario: - Quanto vuoi. - Io non insisto.
Torno in cucina, prendo la caffettiera tra la mani, verso il caffè nella tazza. Un sottile rivolo inizia a scendere. Il latte velocemente si fa più scuro e quando raggiunge quel deciso bianco-marrone-che-pensavo-fosse-giusto mi fermo. Perché mi sono fermata? Non lo so ma in fondo che cosa importa? Con calma, consapevole che era solo l’inizio, mi bevvi il frutto del mio compromesso, cinque biscotti, e uscii di casa.
Ciao Andrea!!!
Non pensavo fosse così complicato preparare un caffellatte... :-)
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