Passa ai contenuti principali

Mediterraneo frinire di cicale

Ero una ragazzina allora, Avevo gambe elastiche e braccia forti. La maggior parte del tempo ero sugli alberi, o nei canneti, in fantasie selvagge e avventure incantate. Nell’aria pregna di natura danzavano gl’insetti e il silenzio del mondo era intriso del frinire di cicale.
Danzavo nella vita senza parole e l’occhio scopriva in un battito le pietre di guado del corso d’acqua. Sapevo subito se scappare o affrontare e non mi frenavano i graffi dei rovi o i sassi aguzzi sotto i piedi scalzi.
Ora quella ragazzina è ancora qui, ma non più quel corpo. E ne soffro un poco!

 





 

 

Commenti

Post popolari in questo blog

Sguardo di fuoco

Esci presto il mattino e lungo la strada ti avvii. Incendi le nuvole d’incanti, spalanchi voragini nell’umida terra che ti brama. Vibra l’aria d’intorno e in risonanza tremano i colli.   Chi e dove accordò quello sguardo di fuoco in sintonia con le meccaniche celesti? Amo i tuoi passi sulle foglie che cantano. Un sortilegio, il profumo di muschio che ti segue.      

Specchio delle mie brame

All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.      

Scorrere leggeri

Non eravamo noi a provare l’amore, ma era l’amore che aveva preso noi e ci trascinava per territori nuovi. E volevamo essere leggeri. Sapevamo che dovevamo camminare agili e veloci per i sentieri che il tempo ci portava. Dovevamo avere avere gambe agili e piedi robusti. E braccia pronte ad afferrare i rami. E a nuotare nel mare della vita.