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La ricerca della felicità

E c'era quel parco dove mi piaceva andare a leggere i libri e a raccogliere i pensieri sul mio quaderno. Niente di più gratificante! Avevo immaginato - anzi l'avevo fatto - di trasferire lì, all'aperto, nelle belle giornate, gran parte del mio lavoro. Tutto quello che si poteva fare camminando. Ed era davvero molto più di quanto avevo immaginato. Mi ero regalata, così, uno studio immenso e vivo, con il cielo per soffitto e spazi immensi profumati, e pareti che respiravano poesia. La piacevole solitudine della natura e quel silenzio che silenzio non è per l'orchestra di voci dolcissime che la natura esala. E ogni tanto qualche incontro di altri camminatori, che è gente con gli occhi spalancati alla meraviglia.

 






 

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Prendere corpo

E c'è stato un momento in cui ho deciso: "allora mi farò io da mamma! Nessuno può farlo meglio di me. Io conosco bene le mie esigenze!" 
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Riflessioni sui campi di battaglia

Quanto tempo avrò ancora da vivere? I segnali del tempo che passa li sento anch’io. Ma che vuol dire? Forse che è ora di rassegnarsi a cosa? Un cavolo! Voglio essere viva quando viene l’ora. Voglio che tutte le mie energie – quelle che sono a mia disposizione – siano per  gustare la vita. Che è straordinariamente ricca. E mi piace che ci siano molte più cose in agitazione di quelle che io riesco a digerire. Questo senso straordinario che la vita è sempre troppo.         CUSTOSA Berto Barbarani Tra campi vignadi, la strada maestra se slonga, se slarga fra verdi de sesa, la riva del monte, la gira de là. Coi brassi incrosadi, così, a la finestra, mi vedo l’Ossario, Custosa, la ciesa e penso a le guere del tempo che è stà... Zò in corte do vache tacade al versòro, vien drento dai campi col muso a la stala; l’è l’ora de çena, del dolse dormir; ah forsi ste bestie sul bel del lavoro j-à verto ’na testa, j-à roto una spala, de veci soldadi, che stenta a...