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Il Cielo è nel cuore

Tutto sta germogliando nel bosco.Ci sono scoiattoli e merli.

Eppure, anche in questa bellezza, so che il mondo è attraversato da tanto male. E – a pensarci bene – anche la vita del bosco è tutto un ciclo di mors tua vita mea: le cose si mangiano a vicenda per alimentare la propria vita.

Si crea nella mia mente un paradosso che la paralizza. Come se non sapessi se ho il permesso di essere felice o dovrei piuttosto appiattirmi a terra sbigottita.


Se è questa, però, l’alternativa, preferisco essere felice. Anche se il pensiero non riesce a darne una ragionevole giustificazione.

Allora penso – nel bosco – che il Cielo, più che nelle cose, è nel cuore dell’uomo. È al cuore dell’uomo che la vita sta a cuore. Se un mondo migliore nascerà, dovrà scaturire di lì.
E allora mi rianimo e cammino, perché voglio fare energia. Serve energia per creare attorno a me qualcosa di più bello, più buono, più vero.

Penso – nel bosco – che si continua a parlare, là, nel mondo, a poche centinaia di metri, di cambiamento. Cambiare, cambiare, cambiare. È una parola che ci ha presi tutti, in un modo o nell’altro. Ma, lasciando scorrere ancora il pensiero, mi viene alla mente che non è il cambiamento, in sé, che conta. Quello che conta e costruire qualcosa di meglio. È costruire.

Ci vuole energia per costruire. Per questo sono nel bosco.

E il meglio dove lo vedi?
 Nel cuore dell’uomo.
 Se c’è un Dio che vuole il meglio per la vita del mondo, questo Dio abita nel cuore dell’uomo. 
Ma certo, nel cuore dell’uomo c’è desiderio. Che è, alla fine, desiderio di vita piena, abbondante, sensata.

E allora ritorno a casa e mi metto al lavoro.
 





 

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