Mia
madre guardava la televisione. Le piacevano le storie romantiche. Si
commuoveva ed era totalmente presa. Poi, quando la puntata era finita,
si alzava e rientrava nella sua vita di routine, dove (io lo sapevo) era
infelice.
Ero solo un a
ragazzina, ma credo di aver cominciato da allora a capire che non mi
sarebbe bastato l’intrattenimento televisivo come nutrimento delle mie
emozioni: avrei ricercato attivamente una mia storia reale interessante,
appassionata, significativa.
Non vivere mai il reale come un afiction, i piedi stanno per terra.
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