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Una storia mia

Mia madre guardava la televisione. Le piacevano le storie romantiche. Si commuoveva ed era totalmente presa. Poi, quando la puntata era finita, si alzava e rientrava nella sua vita di routine, dove (io lo sapevo) era infelice.
Ero solo un a ragazzina, ma credo di aver cominciato da allora a capire che non mi sarebbe bastato l’intrattenimento televisivo come nutrimento delle mie emozioni: avrei ricercato attivamente una mia storia reale interessante, appassionata, significativa.






Commenti

  1. Non vivere mai il reale come un afiction, i piedi stanno per terra.

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Sguardo di fuoco

Esci presto il mattino e lungo la strada ti avvii. Incendi le nuvole d’incanti, spalanchi voragini nell’umida terra che ti brama. Vibra l’aria d’intorno e in risonanza tremano i colli.   Chi e dove accordò quello sguardo di fuoco in sintonia con le meccaniche celesti? Amo i tuoi passi sulle foglie che cantano. Un sortilegio, il profumo di muschio che ti segue.      

Specchio delle mie brame

All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.      

Quale noi

Alcune cose, la natura te le dà da sé. Vengono su o fuori come i ravanelli. Ma tante altre, se le vuoi, le devi fare. Il senso è probabilmente qualcosa che non si trova bell’e fatto. Ci devi mettere del tuo.