L’arte di generare ora le mie energie e la mia fiducia è un atto creativo decisivo. Perché si tratta di rompere la linea di continuità del tempo – il prodotto entropico del passato – e di irrompere trasversalmente con un nuovo inizio.
Era il mito dell’Araba Fenice, che risorgeva dalle proprie ceneri.
Oggi sappiamo che è possibile.
È il modo giusto di essere nel presente.
Il presente non è quello che capita. Ma ciò che ne facciamo.
La creatività non è questo?
Penso al paradossale destino dell’uomo, questo essere effimero capace di creare cose che durano più di lui.
E penso che forse è un segno, questo, della sua vocazione a lavorare per la vita, oltre i propri recinti personali. E immagino che di qui derivi quella intensa soddisfazione che l'individuo prova quando allarga i rami del suo frutteto oltre la cinta dell’orto. Quando il suo albero produce frutti in abbondanza per chiunque passi sotto e ne voglia.
E penso che la vita sembra non vada a economia, non faccia i conti all'osso, e che butti a miglioni quando serve solo uno. E che il di più non è spreco ma abbondanza.
Si nasce e si muore ogni maledetto giorno per poter esser equello che si vuole o si pensa di voler essere. Troppo spesso non ne siamo consapevoli o troviamo comodo non pensarci.
RispondiElimina