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Colori a cavallo

So che della gente si ubriaca per uscire dal recinto del banale. A me credo che basti essere un po’ ebbro per vedere le cose con maggiore lucidità.  


Mi piace essere viva. E non è forse tanto per la gioia che provo ora nell’osservare lo spettacolo del mondo. È piuttosto per quello che credo possibile circa il vedere la realtà, come stanno le cose davvero. E probabilmente anche per il desiderio di creare qualcosa realmente. La vita è una scommessa verso l’impossibile (a stare all’esistente), ma desiderabile a stare al sogno che si è acceso non appena l’Io ha fatto capolino in questa strana faccenda. Insomma è l’impossibile la vera cosa interessante. E per perseguirlo, essere un po’ ebbri è quello che ci vuole. 






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Specchio delle mie brame

All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.      

Il mio presente

 Io vivo questi tempi e le loro sfide come il periodo più interessante della storia. D’altra parte è la mia epoca. Voglio dire che non ho mai sentito il bisogno di elogiare il passato rispetto al presente come se si fosse perso qualcosa. Le sfide sono lì a sollecitare il coraggio e l’industria, l’iniziativa, l’immaginazione, la ricerca.

Mettere ali

 Uscirò dal guscio, che prima protegge ma poi imprigiona, e metterò le ali.