Il giorno nasce col sole. Il corpo si sveglia rapido. L’acqua fresca sul volto. Lo sguardo già acceso. Le ore in fila indiana attendono dietro la porta dell’anima. Ho bisogno di un paio di scarpe nuove. Per camminare il terreno della bella stagione. Sveglia, sì, sveglia. Per le vie del mondo, con la bellezza negli occhi.
Penso al paradossale destino dell’uomo, questo essere effimero capace di creare cose che durano più di lui.
E penso che forse è un segno, questo, della sua vocazione a lavorare per la vita, oltre i propri recinti personali. E immagino che di qui derivi quella intensa soddisfazione che l'individuo prova quando allarga i rami del suo frutteto oltre la cinta dell’orto. Quando il suo albero produce frutti in abbondanza per chiunque passi sotto e ne voglia.
E penso che la vita sembra non vada a economia, non faccia i conti all'osso, e che butti a miglioni quando serve solo uno. E che il di più non è spreco ma abbondanza.
Magari a piedi nudi per camminare la bella stagione. Così da sentire il calore della terra
RispondiEliminaNon contano le scarpe, contano i piedi.
RispondiEliminafoto bellissima
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