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Una sottile malinconia

A volte, mentre magari stai prendendo un caffè e guardi fuori dalla finestra, e là fuori piove, piove, ininterrottamente e sarebbe primavera…, a volte hai delle visioni, dei flash, niente di che, qualcosa di istantaneo, ma che sono vere e proprie filosofie dalla storia, metafisiche dell’essere e cose così, e tu senti una commozione dentro, qualcosa che assomiglia a un profondo dolore, come da ferita che ti ha toccato il nucleo dell’anima, e nello stesso tempo senti emozione e aspettativa, come l’attesa di grandi eventi e la gioia, anzi qualcosa di più intenso, una sorta di esplosione di felicità, che pare accostarsi al limitare della tua casa, ai confini della tua percezione, smaniosa di uscire allo scoperto e di gettarsi negli spazzi smisurati irrorati dalla luce solare…
Pazzesco! E tu pensi: cosa sarebbe la gioia se non avesse conosciuto il dolore e la tristezza? E allora ti confondi, non sai come risolvere la questione con le parole piane della ragionevolezza e ti limiti a sentire… sentire il mistero delle cose, con la voglia di attraversarlo, comunque, non di restare all’ombra dell’albero, e di nascondersi nella buca… con quella voglia di attraversarlo che, anche senza spiegazioni, manifesta la sua forza vitale, biologica direi, che spazza via ogni farfugliamento e dona slancio…

 





 


Commenti

  1. Malinconia e mistero... a volte non piacciono ma è difficile non cascarci dentro.

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  2. Il cielo ha dato tre cose agli uomini per compensare le difficoltà della vita: la speranza, il sonno e il sorriso. Immanuel Kant

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  3. Bellissima foto e molto bello il pezzo.

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Sguardo di fuoco

Esci presto il mattino e lungo la strada ti avvii. Incendi le nuvole d’incanti, spalanchi voragini nell’umida terra che ti brama. Vibra l’aria d’intorno e in risonanza tremano i colli.   Chi e dove accordò quello sguardo di fuoco in sintonia con le meccaniche celesti? Amo i tuoi passi sulle foglie che cantano. Un sortilegio, il profumo di muschio che ti segue.      

Specchio delle mie brame

All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.      

Quale noi

Alcune cose, la natura te le dà da sé. Vengono su o fuori come i ravanelli. Ma tante altre, se le vuoi, le devi fare. Il senso è probabilmente qualcosa che non si trova bell’e fatto. Ci devi mettere del tuo.