Ho sempre avuto difficoltà a definire la concretezza, forse perché amo gli spiragli in genere, e succedere che mi piace far congetture su chi abita dietro le porte che si aprono appena. E poi se incontro qualcuno che in qualche modo riesce a crearmi dentro lo spazio di un sogno, seppure estemporaneo, oppure che riesce a destarmi dalla vita sognata (spesso non vi è troppa differenza) ecco che il senso del cercare si fa vivo e lo sento pulsare (ecco, forse quella pulsazione costante è la concretezza per me).
Penso al paradossale destino dell’uomo, questo essere effimero capace di creare cose che durano più di lui.
E penso che forse è un segno, questo, della sua vocazione a lavorare per la vita, oltre i propri recinti personali. E immagino che di qui derivi quella intensa soddisfazione che l'individuo prova quando allarga i rami del suo frutteto oltre la cinta dell’orto. Quando il suo albero produce frutti in abbondanza per chiunque passi sotto e ne voglia.
E penso che la vita sembra non vada a economia, non faccia i conti all'osso, e che butti a miglioni quando serve solo uno. E che il di più non è spreco ma abbondanza.
Sognare bei sogni è concretezza, ne sono più che convinto
RispondiElimina😉
molto belli i tuoi pensieri. Qua vedo il vestito scelto apposta per i fiori. Blog magico, se una vera artista.
RispondiEliminaTu e gli agapanti... fiori che illuminano.
RispondiEliminaDove li troverai tutti questi posti bellissimi.. o sarai tu che li renderai tali
RispondiElimina