"La mia ricetta? Semplice: sognare a occhi aperti con fiducia illimitata, sfruttare ogni occasione che si presenta per seguire i sogni. Il primo risultato ce l'ho subito: una vitalità scatenata dentro. E quanto al resto, non credere che me ne stia imbambolata con la testa tra le nuvole. Sono piuttosto sveglia…”
Penso al paradossale destino dell’uomo, questo essere effimero capace di creare cose che durano più di lui.
E penso che forse è un segno, questo, della sua vocazione a lavorare per la vita, oltre i propri recinti personali. E immagino che di qui derivi quella intensa soddisfazione che l'individuo prova quando allarga i rami del suo frutteto oltre la cinta dell’orto. Quando il suo albero produce frutti in abbondanza per chiunque passi sotto e ne voglia.
E penso che la vita sembra non vada a economia, non faccia i conti all'osso, e che butti a miglioni quando serve solo uno. E che il di più non è spreco ma abbondanza.
Saggia Matilde, peccato solo stare fuori dai suoi sogni
RispondiEliminaMi riesce difficile sognare stasera... il dolore ci riporta troppo spesso sulla terra e stasera tocca a me. La foto è molto bella.
RispondiEliminaSei come Matilde o un po' vivi sulle nuvole?
RispondiEliminache sguardo!
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