Passa ai contenuti principali

E ho amato la mia libertà

Molte persone non sopportano di essere intruppati in qualche organizzazione di lavoro. Devono vivere libere e solitarie perché, pur amando la vita e il mondo, non possono appartenere più di tanto agli ordini esistenti né seguirne pienamente le regole.  Se si domanda cosa abbiano da offrire a una società cui sono restii ad appartenere troppo, vi è una sola risposta coerente: il profumo della loro vita indipendente, libera. E in questa distanza che prendono dal mondo c'è la prospettiva entro cui le cose mondane ridimensionano le loro pretese, rientrando in confini più adeguati.



Commenti

  1. A volte queste scelte solitarie avvenute nel più assoluto silenzio possono diventare la visione normale delle generazioni future.

    RispondiElimina
  2. sempre sul pezzo e bellissima!

    RispondiElimina
  3. sono foto d'archivio?? altrimenti dimmi dubito dove sei che ti raggiungo! ahah sembra cosi caldo!

    RispondiElimina
  4. Il vero problema è avere la stoffa. In questo caso o in modo solitario o intruppati comunque si dà la pista a tutti.

    L'importante è essere un vero numero 1. Quelli che si atteggiano a capi capiscono che hanno inesorabilmente le ore contate.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Un film della vita

Una volta mi bastava leggere tre quotidiani al giorno per avere la certezza, o quasi, di essere in contatto con la realtà. Oggi è piuttosto diverso. Sono disincantata. C’è tanta televisione, tanto internet, tante immagini. Nell’epoca ingenua le immagini dovevano mostrare la realtà, poi hanno finito per chiarire che mostravano innanzitutto se stesse. E forse è proprio quello che devono fare. Alla fine dobbiamo liberarci dall’idea che le immagini, ma anche le parole, mostrino qualcosa che si chiama realtà. Le nostre parole (e le nostre immagini) non mostrano: costruiscono la nostra realtà. La vecchia “realtà” è diventata “la cosa”. Ed è come se “la cosa” fosse lì, perennemente disponibile a mettersi in posa per noi. Apparentemente sotto la nostra direzione – poi è da vedere. “La cosa” è una miriade di comparse disponibili alla lavorazione del nostro film. Rovesciamento: non viviamo più nel mondo delle cose: tendiamo a vivere nel film costruito da noi. La realtà dunque non è ...

Sguardo di fuoco

Esci presto il mattino e lungo la strada ti avvii. Incendi le nuvole d’incanti, spalanchi voragini nell’umida terra che ti brama. Vibra l’aria d’intorno e in risonanza tremano i colli.   Chi e dove accordò quello sguardo di fuoco in sintonia con le meccaniche celesti? Amo i tuoi passi sulle foglie che cantano. Un sortilegio, il profumo di muschio che ti segue.      

Specchio delle mie brame

All’inizio lo specchio era solo uno specchio. Ma aveva già tutto il mistero e il potere dello specchio. Guardarsi allo specchio non andava senza conseguenze. Il mito di Narciso ne è la testimonianza. Lo specchio poteva servire per controllarsi, per un esame di coscienza, per correggersi, per un sano amor proprio… oppure poteva produrre quell’incanto, quella malia che l’innamoramento della propria immagine mette in scena e che può portare a smarrire se stessi, la realtà e a inquinare i rapporti con il mondo e le persone.