Tra quelle villette c’era un’apertura da dove filtrava, in una certa
ora del giorno, la luce abbagliante del sole. A quell’apertura si
poteva accedere tramite una scalinata rustica, edificata all’inizio del
secolo scorso. Le donne del paese avevano raccontato a ognuno di noi
ragazzi immancabilmente la stessa versione della leggenda e che, cioè,
se qualcuno di noi avesse avuto un sogno da realizzare sarebbe dovuto
salire per quella scaletta nell’esatta ora del giorno in cui la luce
abbagliante fosse filtrata tra le case e poteva esser certo, in questo
modo, che il suo sogno sarebbe stato un giorno una realtà.
Penso al paradossale destino dell’uomo, questo essere effimero capace di creare cose che durano più di lui.
E penso che forse è un segno, questo, della sua vocazione a lavorare per la vita, oltre i propri recinti personali. E immagino che di qui derivi quella intensa soddisfazione che l'individuo prova quando allarga i rami del suo frutteto oltre la cinta dell’orto. Quando il suo albero produce frutti in abbondanza per chiunque passi sotto e ne voglia.
E penso che la vita sembra non vada a economia, non faccia i conti all'osso, e che butti a miglioni quando serve solo uno. E che il di più non è spreco ma abbondanza.
Chissà qual'è il tuo sogno che un giorno si avvererà!
RispondiEliminaStupenda!
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