Tra quelle villette c’era un’apertura da dove filtrava, in una certa
ora del giorno, la luce abbagliante del sole. A quell’apertura si
poteva accedere tramite una scalinata rustica, edificata all’inizio del
secolo scorso. Le donne del paese avevano raccontato a ognuno di noi
ragazzi immancabilmente la stessa versione della leggenda e che, cioè,
se qualcuno di noi avesse avuto un sogno da realizzare sarebbe dovuto
salire per quella scaletta nell’esatta ora del giorno in cui la luce
abbagliante fosse filtrata tra le case e poteva esser certo, in questo
modo, che il suo sogno sarebbe stato un giorno una realtà.
Vieni, questa sera, con i tuoi piedini che suonano la tromba delle scale. Entra nell’abbraccio della mia casa. Aprirò la finestra e ti farò l’amore accarezzato dal vento delle stelle. Assaporerò i tuoi seni come pesche di vigna e le mie mani navigheranno sulle onde dell’oceano di dolcezza che tu sei. Cercherò le favole in mezzo ai tuoi capelli e respirerò la tua anima nel tuo respiro. Le mie reni sono sature di libidine di vita e le mani anelano a sollevare ogni velo. Tu sei la vita succulenta. E, benché ebbro, stordito e confuso dal nettare che trasuda la tua pelle, io sono io, pienamente consapevole, pieno, tondo, intenso e sano. E tu sei tu, lunare e luminosa.
Chissà qual'è il tuo sogno che un giorno si avvererà!
RispondiEliminaStupenda!
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